Gesellschaft | Violenza di genere

Quando la comunità si fa parte civile

Si conclude il processo per il femminicidio di Sigrid Gröber in cui la Provincia si è costituita per la prima volta parte danneggiata. Oberhammer, presidente delle Pari opportunità: “Non è violenza privata ma coinvolge la comunità”.
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Foto: Manuela Tessaro
  • Domani (31 gennaio) si svolgerà l’ultima udienza per il processo sulla morte di Sigrid Gröber, la cameriera di 39 anni ritrovata all’alba del 19 febbraio 2023 in fin di vita e poi morta poco dopo in pronto soccorso. La donna era stata picchiata ed abbandonata al freddo presso l’alloggio di servizio che all’epoca era del compagno della donna, l’imputato Alexander Gruber, accusato di omicidio preterintenzionale.  In questo processo, per la prima volta, la Provincia è stata ammessa come parte civile, rappresentata dall'avvocato Lukas Plancker. La scelta della Provincia di costituirsi come soggetto danneggiato dal reato è stata presa con il parere consultivo della Commissione provinciale per le pari opportunità e la successiva decisione della Giunta provinciale, secondo quanto disposto dalla Legge provinciale n. 13 del 9 dicembre 2021. Grazie a questa normativa, infatti, la Provincia “ha la facoltà di costituirsi parte civile nei procedimenti penali per femminicidio, maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenza sessuale, stalking e altri atti di violenza contro le donne (…), devolvendo l’eventuale risarcimento a progetti di prevenzione della violenza contro le donne commessi in Alto Adige e segnalati all’Amministrazione provinciale”.

  • Ulrike Oberhammer: la Presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne. Foto: Seehauserfoto
  • “Come Commissione abbiamo deciso che fosse importante costituirsi per mandare un segnale forte, questi reati non sono violenza privata ma casi che coinvolgono la comunità intera”, spiega Ulrike Oberhammer, presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità. “Prima di decidere abbiamo sentito la famiglia della vittima, che era d'accordo e ci ha anche ringraziato per il sostegno. Non in tutti i casi i parenti acconsentono ed in quel caso preferiamo non costituirci”, aggiunge Oberhammer.

     

    “Questi reati non sono violenza privata ma casi che coinvolgono la comunità intera”

     

    “E’ il caso pilota – racconta l’avvocato Plackner – quando ci siamo costituiti parte civile non era nemmeno scontato che venissimo ammessi, non essendoci molta giurisprudenza su casi del genere, già questo è un successo”. Questo caso in particolare risultava particolarmente simbolico, essendo emersi diversi precedenti di maltrattamenti sulla vittima da parte del compagno, spiega Plackner. Gröber ha infatti avuto 12 accessi in pronto soccorso per violenza domestica ed ha sporto sei volte denuncia per episodi di violenza in cui la donna ha poi ritirato la querela. L’ex compagno era anche stato accusato di lesioni personali aggravate dalla recidiva sempre nei confronti di Sigrid Gröber per un episodio del 20 marzo 2020, tre anni prima della morte della donna, in cui la vittima riportò ferite con una prognosi di 29 giorni. Il procedimento si è concluso con il patteggiamento, in accordo con l’accusa, per una condanna di 8 mesi.

  • Gli avvocati di parte civile: in piedi l’avvocato Martin Fill, che rappresenta madre, sorella e figlia della vittima; di spalle l'avvocato Lukas Plancker, rappresenta la Provincia Autonoma di Bolzano, anch'essa parte civile nel processo. Foto: Seehauserfoto
  • In tribunale, l’avvocato Plancker ha chiesto un risarcimento danni di 50.000 euro ed ha fatto emergere come l’amministrazione provinciale sia impegnata in interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e di sostegno alle donne. “Nel 2024 la Provincia ha investito oltre 3 milioni di euro nella prevenzione e repressione di queste violenze, a conferma del fatto che non si tratta di un problema individuale, ma di un fenomeno sociale che riguarda tutti”. Un altro fattore determinante nella scelta della Provincia di costituirsi parte civile è legato al fatto che il presunto autore del reato era un dipendente provinciale e che il crimine sarebbe stato commesso nel cortile interno della Scuola alberghiera “Kaiserhof” di Merano, di proprietà della Provincia. 

     

    “La sensibilità pubblica su questi argomenti sta finalmente cambiando”

     

    “In caso di condanna sarà data in ogni caso priorità al risarcimento della famiglia della vittima. Al di là della cifra, l’obiettivo è far sentire la presenza delle istituzioni come alleate delle donne”, aggiunge Oberhammer. Una presa di posizione che sta venendo anche emulata da altre amministrazioni. La scorsa settimana, infatti, il Comune di Merano ha approvato una delibera che gli consente di costituirsi come parte civile nei procedimenti penali relativi a reati di genere, con la devoluzione degli eventuali risarcimenti a progetti di prevenzione della violenza sulle donne. “E’ un bel segnale – conclude Oberhammer – la sensibilità pubblica su questi argomenti sta finalmente cambiando”.