“Kompatscher punta alla mega riforma”
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“Questa proposta di riforma è il motivo, forse l'unico, che ha spinto Kompatscher ad aver deciso un’alleanza con le destre, almeno con quelle italiane, ben prima delle elezioni, ed è il suo cavallo di battaglia.” Il costituzionalista Francesco Palermo ci spiega cosa c’è dietro all’alleanza tra destra italiana ed SVP, analizzando anche la riforma costituzionale su cui Arno Kompatscher sta giocando la sua carriera politica.
SALTO: Professor Palermo, entrando nel merito della riforma, quali sono i cambiamenti di maggiore rilevanza?
Ci sono diverse cose interessanti, solo che è ipocrita parlare di "ripristino delle competenze". È una modifica molto significativa dello Statuto ma è venduta come minimalista, come un “rimettiamo le competenze che ci hanno rubato”. Invece è una riforma di non poco conto, su cui ci si gioca l’eredità politica per avere una blindatura dell’autonomia. Con la ridefinizione dei limiti alla competenza si toglie l'interesse nazionale come requisito, e questo potrebbe voler dire moltissimo. Ora si possono fare delle leggi, anche in materia di competenza esclusiva, ma che possono essere fortemente limitate dall'interesse nazionale, ad esempio sulle grandi opere. Togliendo l'interesse nazionale la competenza prevista dallo Statuto rimane più blindata, sarà quindi più difficile un’incursione unilaterale da parte statale. C’è poi la questione delle competenze attribuita alla normativa di attuazione. Si dice che con una norma di attuazione si possono disciplinare i rapporti di competenza tra Stato e Provincia: quindi chi sia competente nel concreto. Fino ad adesso era di competenza della Corte Costituzionale dirimere queste questioni, mentre ora basta una norma di attuazione, ossia un accordo politico, che supera il dubbio. Si rende più politico e meno giurisdizionale l’eventuale chiarimento delle competenze. Infine, il carico da novanta.
Ovvero sia?
Il principio dell'intesa per la modifica dello Statuto. Lo Statuto è una legge costituzionale, per il momento il Parlamento può unilateralmente modificarlo con la maggioranza prevista per le modifiche costituzionali, salvo la funzione tutrice dell’Austria ed i limiti internazionali. Se c’è una proposta di modifica provinciale nulla impedisce poi al Parlamento di cambiarla. Dovesse esserci l’intesa questo non sarebbe più possibile, quindi se Roma o la Provincia non è più d’accordo su una modifica questa non può essere fatta. Ciò che fa strano è che una situazione del genere non si è mai verificata, mai una virgola è stata modificata unilateralmente dal Parlamento, però questo tema è sempre stato al centro del dibattito politico. In sintesi questa riforma costituzionale non è un "ripristino", una "restituzione del maltolto" da parte di quei “cattivoni“ della Corte costituzionale. È una riforma molto ampia dello Statuto, in massima parte condivisibile, con una bomba, l’intesa. Mai riuscita finora e che, se andasse a buon fine, farebbe fare il jackpot a Kompatscher, e se andasse male può essere la cosa da sacrificare per portare a casa tutto il resto.
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In che modo questa riforma si inserisce nella situazione politica attuale?
Per comprendere a pieno la riforma è necessario analizzarne il contesto politico. Di per sé non è una riforma negativa, anzi presenta diversi aspetti vantaggiosi, la base è il testo di riforma del 2015 su cui io stesso ho lavorato. In tempi recenti, ossia lo scorso anno, questo lavoro è stato aggiornato per adeguare tutti gli statuti, come si è fatto nel 2001, anche per aumentare le chance politiche che si approvasse. Questa estate poi è stato presentato a Meloni il progetto e da allora l’obiettivo politico di Kompatscher è stato quello di portare avanti questa riforma, perché è il suo lascito.
Era già chiaro prima delle elezioni che sul versante italiano il partner dovesse essere la destra perché era l’unico modo per mandare avanti questo progetto.
Era già chiaro da ben prima delle elezioni che, almeno sul versante italiano, il partner dovesse essere la destra perché era l’unico modo per far proseguire questo progetto a Roma. La decisione politica di allearsi con la destra era già stata presa a giugno. Quanto verrà approvato non si sa, ma l’alleanza era già chiara, questa legislatura nasce con l’obiettivo di portare avanti questa riforma, poi dipende tutto dalle trattative.
Cosa ne pensa dunque della questione dei due assessori di lingua italiana, oltre a quello ladino in Giunta?
Sulla questione dei due assessori la norma non è chiarissima, infatti ci sono diverse interpretazioni. Secondo me è anche giusto interpretare in bonam partem per i gruppi più piccoli, sia per il gruppo di minoranza ladino che per quello italiano. Nel 2013, quando la controparte era il PD, si era già posta la questione e si era portata avanti un’interpretazione restrittiva che il consiglio provinciale ha ribadito. Adesso si è cambiato basandosi su quanto detto dall’Avvocatura di Stato trentina ma forse non è chiaro che il parere dell’Avvocatura dello stato vale tanto quanto quello del Consiglio provinciale, non è scritto nella pietra. Non è un’interpretazione campata per aria, anzi io la trovo condivisibile, ma è solo un’interpretazione.
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Sulla questione di un’eventuale impugnazione nell’ipotesi di una Giunta con due italiani?
Credo che ci sarà un’impugnazione, ma non credo che un giudice, quando finalmente sarà un giudice a definire la questione, darà seguito ad un eventuale ricorso, perché la legge non è assolutamente chiara e potendo interpretare si va a favore della collettività e della stabilità politica. È però sbagliato fare passare il parere favorevole dell’Avvocatura di stato come legge, è solo un’ipotesi, vale come le interpretazioni di tutti gli altri. Attenzione a non vendere lucciole per lanterne.
Come mai la scelta di far passare questa riforma come meno importante di quanto in realtà è?
La scelta di presentarla come low profile è piuttosto particolare, siamo abituati a grandi slogan, a riforme piccolissime che ci vengono presentate come una grande rivoluzione. Questa inversione di tendenza può essere spiegata in diversi modi. Siccome devono ancora trattare, non vogliono dire gatto se non ce l’hanno nel sacco, e quindi si attende di vedere quanto di questo progetto diventi effettivamente realtà prima di cantare vittoria.
L’intenzione di tenere in sordina questo cambiamento potenzialmente epocale potrebbe poi essere legata a non scontentare i potenziali alleati politici dell’SVP. Può essere anche che a Roma non vogliano una riforma di questo genere, in Italia non c’è la cultura dell’autonomia. Infatti quello che stanno facendo con l’autonomia differenziata è assolutamente il contrario, è una norma sulla perequazione e non sull’autonomia differenziata, proprio perché non piace a FI ma anche al PD, al di là degli slogan di Salvini.
In ogni caso finché non si è arrivati al risultato meno se ne parla e meglio è. Questa alleanza è un vagone per portare in porto questa mega riforma.Come cambierebbe l’autonomia se questa riforma entrasse in vigore?
Se entrasse in vigore sarebbe un passo in avanti per la blindatura. È una riforma in ottica difensiva, non è il frutto di un’autonomia collaborativa ed europea, che invece è la sfida reale. Non è un gesto di fiducia nei confronti dei vicini di casa ma è un farsi una porta blindata. È anche vero che con i tempi che corrono non si può nemmeno biasimare chi si fa la porta blindata.
Se la riforma entrasse in vigore sarebbe un passo in avanti verso la blindatura dell'autonomia.
Di per sé non è una riforma negativa, anzi presenta diversi aspetti vantaggiosi, però sicuramente non va in direzione di una riforma partecipata, questo è bene che sia chiaro. È una riforma ampia e gestita volutamente senza trasparenza; dopo il tentativo partecipato con la Convenzione boicottato dalla stessa SVP si torna al metodo dei negoziati segreti tra pochissime persone, forse più efficiente, per carità, ma meno partecipato.
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Se la mega riforma la si…
Se la mega riforma la si ottiene come la concessione dell' A22, allora siamo ...
Kompatscher will also zwei…
Kompatscher will also zwei Dinge von Meloni:
- Restaurierung der Autonomie
- Ein Ticket für Dorfmann nach Brüssel
Das sind schöne Wünsche.
Was ist er (und mit ihm wir alle Südtirolerinnen) bereit, dafür zu bezahlen?
Antwort auf Kompatscher will also zwei… von Sigmund Kripp
Es wäre eben keine …
Es wäre eben keine "Restaurierung" der Autonomie, sondern eine weitgehende Reform, die insbesondere:
- die derzeit bestehende Möglichkeit der italienischen Zentralregierung abschafft, Gesetze des Landes Südtirol aus "nationalem Interesse" anzufechten;
- dem Land Südtirol ein Vetorecht bei Änderungen des Autonomiestatuts durch den italienischen Gesetzgeber zuerkennt.
Das zusammen mit der Autobahnkonzession sind jedenfalls keine kleinen Argumente. Wie man sie gewichtet, ist eine andere Frage.
Dorfmann wird übrigens weder auf einem Ticket der FdI noch auf einem Ticket der Lega ins Europäische Parlament gewählt werden.
Antwort auf Es wäre eben keine … von Thomas Unterwinkler
Träumen Sie ruhig weiter ...
Träumen Sie ruhig weiter ...
Antwort auf Träumen Sie ruhig weiter ... von G. P.
Träumen? Ich gebe lediglich…
Träumen? Ich gebe lediglich die Einschätzung von Prof. Palermo über die Tragweite der angestrebten Reform wieder. Gerade hier auf Salto wäre es angebracht, sich wieder mehr sachlichen Argumenten zuzuwenden, nachdem in den letzten Tagen unter jedem Beitrag betreffend Landesregierung/Koalition Zeter, Mordio und Fascho geschrien wurde.
Antwort auf Träumen? Ich gebe lediglich… von Thomas Unterwinkler
Sachlichkeit war bisher…
Sachlichkeit war bisher nicht gerade eine Stärke der rechten Brüder, wenn man bedenkt, wie sich einige ihrer Exponenten äussern, oder wie sie feiern. Für mich persönlich gibt es keine noch so tolle Reform, die es rechtfertigt, sich mit diesen Gestalten einzulassen.
Italien lässt sich von…
Italien lässt sich von Kompatscher und der Svp sicher nicht erpressen,noch nicht kapiert??
Antwort auf Italien lässt sich von… von Günther Alois …
Und ob.
Und ob.
Was interessiert denn dem…
Was interessiert denn dem Ministerpräsident Meloni was die crucchi da oben im Norden machen?
Antwort auf Was interessiert denn dem… von Andreas Thanei
Oh doch, das interessiert…
Oh doch, das interessiert sie sehr. Eine Regierungsbeteiligung in einer von einer Minderheit regierten Provinz, die auf die "Vorfahren" Melonis historisch nicht gut zu sprechen ist, wäre international ein weiteres Reinwaschen von FdI vom fascistischen Ballast, für das man ihre Partei (zum Teil zurecht) beargwöhnt. Es ist also weniger Interesse an der Sache, als Strategie.
Antwort auf Oh doch, das interessiert… von Manfred Klotz
"Es ist also weniger…
"Es ist also weniger Interesse an der Sache, als Strategie."
Welche Strategie, eine innenpolitische oder eher eine außenpolitische Richtung EU?
Kurzum, was kann Südtirol innenpolitisch anbieten um weitreichendere bzw. eindeutigere Autonomie Rechte zu erhalten?
Und außenpolitisch, welchen Mehrwert erhofft sich Italien mit einer solchen Autonomie Regelung, wobei noch nicht mal ganz klar ist wie diese letztendlich aussehen soll.
Antwort auf "Es ist also weniger… von Stefan S
Sowohl als auch. Durch die…
Sowohl als auch. Durch die Regierungsbeteiligung bietet Südtirol FdI innenpolitisch wie außenpolitisch eine Chance vom Image einer rechtsextremen Partei loszukommen und die Angst und Vorurteile (die in Wahrheit begründete Vorsicht sind) vor den Erben des PNF zu nehmen. Meloni & Co. erscheinen gleich viel moderater, wenn sie in einer Provinz, in der eigentlich eine Regierungsbeteiligung als No go erachtet wurde, auch zu den Schalthebel gelassen werden.
Schon die Tatsache, dass die Regierung das komische Wolfgesetz nicht beanstandet hat, war ein Anzeichen dafür, dass man sich den Weg in die Landesregierung nicht verbauen wollte.
Antwort auf Sowohl als auch. Durch die… von Manfred Klotz
Bedeutet nichts anderes als…
Bedeutet nichts anderes als das es nur ums liebe Geld geht. Ist ja auch kein Geheimnis das Italien mit der EU auf Schmusekurs gehen muss um überhaupt noch einen Haushalt mit ein wenig politischen Spielraum zu bekommen. Und an diesem Tropf hängt letztendlich auch Südtirol.
Antwort auf Sowohl als auch. Durch die… von Manfred Klotz
Interessanter Gedankengang!
@Manfred Klotz: Interessanter Gedankengang!
Antwort auf Oh doch, das interessiert… von Manfred Klotz
Es ist womöglich Melonis…
Es ist womöglich Melonis Strategie, vom Rechtsaußen-Image wegzukommen und sich in Richtung einer rechtskonservativen Partei zu entwickeln. Innerkoalitionär ist ja inzwischen Salvini der Radikale.
https://www.sueddeutsche.de/politik/italien-giorgia-meloni-matteo-salvi…
Antwort auf Es ist womöglich Melonis… von Thomas Unterwinkler
So ist es.
So ist es.
Antwort auf Es ist womöglich Melonis… von Thomas Unterwinkler
"und sich in Richtung einer…
"und sich in Richtung einer rechtskonservativen Partei zu entwickeln."
Ob sich das bewahrheitet bleibt abzuwarten bzw. darf bezweifelt werden, bisher ist es mehr Wunschdenken.
Wie immer man es bewertet,…
Wie immer man es bewertet, transparente Politik sieht anders aus
Al nostro LH interessa…
Al nostro LH interessa migliorare il suo CV.
Alla Meloni interessa il premierato. In cambio ci dà le riforme all'autonomia, ma le ha promesse a tutti, non solo a Kompatscher.
A questo punto avere Galateo e Bianchi in giunta non cambia nulla.
Anzi, forse non cambia nulla nemmeno se c'è Kompatscher o un altro.
L'LH però vuole cogliere la palla al balzo e fare qualcosa per cui essere ricordato.
Antwort auf Al nostro LH interessa… von Evelin Grenier
"Alla Meloni interessa il…
"Alla Meloni interessa il premierato. In cambio ci dà le riforme all'autonomia."
Das eine hat mit dem anderen NICHTS zu tun. Die Direktwahl des Premierministers ist ein Verfassungsgesetz, das mit einfacher Mehrheit verabschiedet wird (eine 2-Drittel-Mehrheit gibt es weder mit noch ohne die SVP). Da mit einfacher Mehrheit verabschiedet, gibt es anschließend ein Referendum, bei dem die SVP nichts anderes tun kann, als eine Wahlempfehlung abzugeben, die aber im gesamtstaatlichen Kontext so gut wie keinen Einfluss haben wird.
Antwort auf "Alla Meloni interessa il… von Thomas Unterwinkler
Danke für die Ergänzung. Es…
Danke für die Ergänzung.
Es bleibt jedoch das Problem : die FdI scheinen gegen diese Reform zu sein.
Antwort auf Al nostro LH interessa… von Evelin Grenier
Il LH sarà ricordato…
Il LH sarà ricordato negativamente perche si ha fatto FREGARE!!!
Non discuto in merito al…
Non discuto in merito al ragionamento fatto dal Dot. Palermo, di cui ho molta stima, perché sostanzialmente non ne ho le competenze. Ma in questo contratto do ut des non riesco a capire cosa in cambio riceverà il governo da questo accordo. Una semplice maggioranza a fronte di una riforma costituzionale? Che proprio non so come verrà digerita dai nazionalisti. Non vi pare un po' poco? Oppure basta solo poter sterminare i lupi e chiudere i negozi la domenica? Confesso che non capisco molte cose. Se poi l' obiettivo è questo perché la SVP non l' ha sbandierato per frenare il crescere di TSF? Veramente non capisco molte cose, a incominciare dalle vere intenzioni di Kompatscher. E vi confesso che sono deluso, rattristato e anche preoccupato.
Antwort auf Non discuto in merito al… von Massimo Mollica
Ho le stesse sue…
Ho le stesse sue preoccupazioni e stessi pensieri, ma negli ultimi giorni ho sempre più l'idea (quasi sicuramente strampalata) che la SVP abbia voluto l'accordo con FdI proprio per passargli in mano, questa patata bollente del "ripristino dell'Autonomia", cosa che come sta vendendo alla luce, sia praticamente impossibile ottenere nei tempi strettissimi posti dal Partito della Stella Alpina al probabile futuro partito compagno di Governo.
Tutto ciò non potrebbe essere una eventuale scusa per "scaricare" FdI addossando la colpa di non voler/poter rispettare un accordo fondamentale per la coalizione necessaria a governare e quindi avere la "scusa" per tornare al tavolo con TeamK ed altri esponenti di sinistra o quanto meno non così discutibili da tenersi negli scranni della Giunta?
Altro fanta-pensiero potrebbe essere il seguente; Bianchi in realtà ha corso anche con la propria Lista Civica "Uniti per l'Alto Adige" ed appoggiato dalla Lega, cosa che potrebbe permettergli di entrare al Governo ipotizzando pure un improbabile addio al simbolo del Carroccio se questo fosse un impedimento fondamentale ad una colazione SVP+TeamK+Uniti ?
Probabili elucubrazioni notturne dopo una cena mal digerita, ma come scrive lei, anch'io non capisco molte cose di questo cambio di rotta di Kompatscher.
P.S.: noto rileggendo che ho scritto "compagno" di Governo parlando di FdI ... un ossimoro che strappa pure un sorriso
"Attenzione a non vendere…
"Attenzione a non vendere lucciole per lanterne. "
Genau auf dieses läuft es im Moment hinaus. Eine Blackbox mit welchen konkreten Inhalten?
Warten wir jetzt also - mit…
Warten wir jetzt also - mit Erstaunen und Skepsis - das große Autonomie-Reinemachen ab, aber Vorsicht: beim Wäschewaschen kommt es vor allem auf das Endergebnis an, also an die trockenen Tücher. Zur Absicherung von heiligen Schwüren hier in Bozen wird es konkrete hieb- und stichfeste Garantien aus Rom brauchen, damit wir später nicht Vertröstungen auf den Sankt Nimmerleinstag und gewundene Ausflüchte erleben müssen (so wie es seit einem Jahrzehnt mit dem Warten auf die Erneuerung der Konzession für die Brenner-Autobahn der Fall war und ist).
Wenn dann bei den heute angelaufenen Feilschereien zur Bildung einer Landesregierung unter Einbindung der italienischen Rechtsparteien in erster Linie an den bekannten großen Baustellen Hand angelegt werden muss und wird, sollte eine mittelgroße Baustelle, die nicht erst seit dem Jahr 1991, sondern seit dem fernen Jahr 1923 virulent ist und einer Lösung harrt, unbedingt mit auf die Tagesordnung gesetzt werden: die Toponomastik. Wann, wenn nicht diesmal, sollten sich die (mehrheitlich gewählten) Vertreter unserer italienischsprachigen Mitbürger auf eine Regelung der Ortsnamenproblematik mit Augenmaß und ohne lächerliche Übertreibungen festnageln lassen müssen?
Im Zweifel jedoch: nichts als die Hände weg!
Antwort auf Warten wir jetzt also - mit… von Heinrich Zanon
Sie sind aber keck! :-)
Sie sind aber keck! :-)
Zur falschen Zeit am…
Zur falschen Zeit am falschen Ort.