CIRO: un database regionale per il clima
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Per rispettare i suoi impegni sottoscritti con l’Accordo sul clima di Parigi del 2015 e della legge UE sulla protezione del clima del 2021, l’Italia dovrà sforzarsi di più, dato che non si muove ancora sulla traiettoria giusta per ridurre le sue emissioni di CO2 fino al 2040. Ci vogliono interventi e politiche più coerenti ed efficaci su tutti i livelli governativi. Un nodo cruciale per arrivarci rappresentano le Regioni, che hanno competenze importanti in tanti settori rilevanti per le politiche climatiche, dall’approvvigionamento energetico alle energie rinnovabili, dalla riconversione dell’agricoltura alla tutela del suolo. Finora non c’era ancora un quadro dettagliato e aggiornato sulle attività delle singole Regioni al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici nazionali. Ciò è anche dovuto alla mancanza di un piano nazionale sul clima, preciso e vincolante anche per le Regioni, che in Italia sarà approvato solo nel giugno 2024. Una volta disponibile questo piano e una volta definiti gli obblighi e impegni delle Regioni anche il quadro delle informazioni sullo sviluppo delle emissioni e delle misure di contrasto al riscaldamento dovranno essere completate.
Italy for Climate, in collaborazione con ISPRA, ha tagliato i tempi realizzando un database online denominato CIRO (Climate Indicators for Italian Regions), che punta a diffondere informazioni e analisi aggiornate sul percorso verso la neutralità climatica delle Regioni italiane su esperienze di successo sviluppate sui territori. Su questa base le Regioni non potranno solo monitorare meglio il loro percorso verso la neutralità climatica, ma anche confrontarsi, scambiare buone pratiche, collaborare fra Regioni e Province autonome.
La database CIRO raccoglie i dati su 26 indicatori suddivisi in 8 temi centrali per le politiche climatiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità. Le emissioni di CO2 equivalenti per abitante per anno sono il punto di partenza per valutare progressi realizzati nella protezione del clima. Poi seguono altri 25 indicatori essenziali per farsi un quadro sullo status quo e sullo sviluppo di ogni regione.
Purtroppo, CIRO non distingue fra le due Province autonome di Bolzano e Trento che seguono politiche climatiche talvolta nettamente diverse, ma riporta solo i dati raggruppati per l’intera Regione Trentino-Alto Adige. Di ciò risente anche la paragonabilità diretta fra la nostra provincia e le altre Regioni nonché con il Trentino. A questo punto per tali analisi si dovrà ricorrere ai dati forniti dall’ASTAT e di da parte dell’Institute Climate Change dell’EURAC.
Attualmente, sulla homepage di CIRO quale argomento di apertura scelto per il Trentino-Alto Adige figura la “edilizia green”, che presenta l’attività della CasaClima di Bolzano, oggi Agenzia per l’Energia Alto Adige-CasaClima che funziona dal 2002 (primo direttore: Norbert Lantschner). Sicuramente un modello, in parte già trasferito in altre realtà regionali, ma certamente non frutto di una “politica regionale”. Quindi, auspicabile che anche CIRO riesca a differenziare fra le due province autonome in cui, del resto, anche la materia della statistica è competenza provinciale.
Prendiamo l’esempio delle emissioni pro-capite di gas serra, indicatore centrale per il clima, rilevati per il 2021 in tCO2eq/ab. La Regione Trentino-Alto Adige con 7,2 t figura quasi sulla media nazionale (7 t), ma non si può capire se ciò vale in ugual misura per le due province. L’indicatore misura le emissioni di CO2 prodotte da un abitante e riflette la sua impronta carbonica oltre il solo consumo di energia fossile riferito al territorio (approccio territoriale basato sui consumi locali di energia fossile, indicatore applicato dalla Provincia autonoma di Bolzano per il Piano clima). È evidente che per arrivare a zero emissioni pro capite nel 2040 c’è ancora tanta strada da fare, ma a questo punto sarebbe utile capire: a che punto ci troviamo in Alto Adige, dove invece il Trentino, che forse stenta a far partire un percorso deciso verso la riduzione delle emissioni. Il contrario potrebbe capitare all’indicatore della quota di macchine elettriche sul totale delle nuove immatricolazioni, dove la Regione Trentino-Alto Adige sembra brillare rispetto il resto d’Italia, ma in realtà è solo il Trentino che è decisamente avanti, mentre l’Alto Adige è ancora fermo sul 3% di auto elettriche sul parco macchine totale.
Global gesehen sind die…
Global gesehen sind die Elektroautos nicht die Lösung, so lange so viel elektr. Energie auf der Basis von fossilen Brennstoffen erzeugt wird. Was nutzt es, wenn Südtirol aufgrund den starken Wasserkraft-Anteils anscheinend besser da steht? Wenn jemand speziell grüne Energie bezieht, hat er/sie vielleicht ein ruhigeres Gewissen und ist aber eniger bereit, Energie zu sparen.
Das Klima lässt sich nicht regional oder lokal begrenzen. Anscheinend erwärmt sich der Alpenraum einenerseits und die Mittelmeerregion anderseits (wir gehören zu beiden, sind also doppelt betroffen) stärker als im europäischen Durchschnitt. Und Europa erwärmt sich mehr als die anderen Kontinente. Helfen kann nur Stromsparen und mehr erneuerbare Energie erzeugen!
Antwort auf Global gesehen sind die… von Sepp.Bacher
Gent.le Sig. Bacher, faccio…
Gent.le Sig. Bacher, faccio notare che in provincia produciamo tanta energia rinnovabile proveniente dalle centrali idroelettriche. Quindi avremo una regola morale per guidare esclusivamente auto elettriche. Perché cosumeremo energia prodotta da noi e perché non emettiamo gas inquinanti mentre guidiamo.