Mondiali in Gardena, festeggiamo?
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La Val Gardena ha dunque ottenuto i Mondiali di sci alpino per il 2031. Festeggiamo? Devo dire che, pur essendo un appassionato di sci, non mi viene neppure da “ridere con un occhio e piangere con l’altro”. Sono semplicemente preoccupato. Non me ne vogliano i molti albergatori della zona, la Federazione e nemmeno gli appassionati di sci, ma quella per i Mondiali di sci alpino in val Gardena nel 2029 è stata una candidatura semplicemente sbagliata. Miope, più che altro. Ed anche del tutto fuori dal tempo.
Quella per i Mondiali di sci alpino in val Gardena nel 2029 è stata una candidatura semplicemente sbagliata. Miope, più che altro. Ed anche del tutto fuori dal tempo.
Chi ha avuto l’idea che porterà un indotto di milioni di euro, sembra abbia ancora la testa negli anni Ottanta/Novanta, quelli della Ortisei da bere, della crescita infinita, della gioia nel vedere chilometri di auto in coda, dell’intima soddisfazione nel rubare metro dopo metro quanto più territorio possibile per costruire alberghi, pensioni e seconde case per romani facoltosi. L’epoca delle “magnifiche sorti e progressive”. Ecco, nel 1988 - e forse ancora nel 1998 – una candidatura per i mondiali (perlomeno al di fuori del territorio gardenese, dove invece già ci furono proteste) sarebbe stata socialmente sostenibile. Oggi non lo è, e sorprende che chi l’ha voluto non se ne renda conto. O, trattandosi di persone intelligenti, se ne rende conto ma è talmente sopraffatto dall'ingordigia che si comporta come il ragazzino che dopo 5 ore di playstation supplica la madre con la ciabatta in mano di fare l’ultima partita. “Ti prego, ti giuro”. Ma poi non è mai l’ultima.
Non può essere una candidatura socialmente sostenibile con il mondo scientifico che da almeno due decenni – finalmente ascoltato almeno da una parte della politica - lancia l’allarme per il climate change. Non con una Giunta che, almeno nella scorsa legislatura, ha detto di credere a questo scenario almeno fingendo di avere a cuore un concetto come “sostenibilità” e coniando l’ormai quotidianamente ignorato slogan Everyday for future. Non è sostenibile in una terra che da qualche anno si sta rendendo conto di aver raggiunto i limiti dell’overtourism. E non, infine, in un momento storico in cui le popolazioni che hanno la ventura di vivere in altri luoghi presi d’assalto stanno scendendo in piazza per protestare contro i pesanti disagi che sono costrette a vivere.
Non può essere una candidatura socialmente sostenibile con il mondo scientifico, né con una Giunta che ha coniato l’ormai quotidianamente ignorato slogan Everyday for future.
Ne sappiamo qualcosa: penuria di case a prezzi accessibili, ingorghi stradali e inquinamento alle stelle ogni benedetto fine settimana, costo della vita a livelli delle città d’arte italiane e Manhattan. Dopo il caso Canarie di cui tanto si è parlato in Alto Adige la settimana scorsa è stata la volta delle Baleari con migliaia di persone in piazza al grido di “Maiorca non è in vendita”, per parlare solo dell’isola maggiore. Ma a quanto si legge il malcontento dei residenti ha indotto qualche giorno fa il presidente del Consell de Mallorca, Llorenç Galmés, a ‘cancellare’ - non si sa bene come - 18mila posti letto dei 430 mila disponibili a Maiorca. Anche la governatrice delle Baleari, Marga Prohens, ha dovuto ammettere che l’arcipelago è arrivato “al limite della capacità”. Vi ricorda qualcosa? Si vada a rivedere quello che dicevano Kompatscher, Schuler e Alfreider per spiegare il (per ora fantomatico) “tetto ai posti letto” tra fine 2022 e 2023? Il limite, a forza di compromessi, deroghe e retromarce è diventato fittizio nel breve termine, mentre è da vedere se resisterà tra qualche anno.
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Come funzionano i grandi eventi lo si è visto con la quota altoatesina delle Olimpiadi Milano Cortina 2026 che dovevano essere a costo zero e invece impegneranno decine di milioni di soldi pubblici di cui beneficeranno unicamente le aziende dell’area. Quelle settimane, vista la popolarità del biathlon, l’Alto Adige invernale sarà al centro delle cronache sportive mondiali. Inquadrature spettacolari di luoghi spettacolari. Uno spot infinito. Tutto molto bello, impossibile non andarne fieri, ma per chi e per cosa? Per aumentare ancora i turisti in modo sostenibile? Una contraddizione del genere farà ridere chi non abita in questa terra, ma le centinaia di migliaia di altoatesini che non lavorano nel settore ridono sempre di meno.
Tra novembre e aprile a Selva Gardena, comune di 2.400 abitanti, sono state registrate 813 mila presenze. A che cifre vogliamo arrivare?
La stagione invernale 2023/24 in Alto Adige – ha fatto sapere l’Astat qualche settimana fa – ha registrato l’ennesima crescita significativa. Il numero degli arrivi si è attestato a 3,3 milioni (+2,2% rispetto alla stagione precedente) e 13,9 milioni per le presenze (+2,3%; situazione al 21.05.2024). Tra novembre e aprile a Selva Gardena, comune di 2.400 abitanti, sono state registrate 813 mila presenze. Nelle vicine Badia e Corvara, che saranno sicuramente assediate di ospiti per i mondiali, le presenze sono state 714 mila e 614 mila. A che cifre vogliamo arrivare?
La candidatura della val Gardena per i mondiali di sci è suonata come il classico tirare troppo la corda, come un modo poco elegante di usare la tattica dello struzzo, fingendo che un altro mega spot mondiale possa essere compatibile con un’idea di turismo sostenibile. Che ci abbiano provato è in buona parte normale. Ma che Kompatscher, definibile ormai ex fautore della sostenibilità, abbia brindato non è per niente una buona notizia per chi ha cuore il futuro del pianeta. Sicuramente lo è per chi ha cuore il futuro economico a breve termine di una ristretta parte della popolazione di questa terra, quello sì. Perché è ora di finirla di dire che il turismo porta benefici a tutti. E’ una balla gigantesca che ci siamo bevuti per decenni. Sarebbe vero se un bilocale in via Resia con vista sui tubi di scappamento costasse la metà degli 800 euro che costa, se l’inflazione fosse al livello del resto d’Italia, se il capoluogo fosse dotato di infrastrutture viabilistiche che la Provincia avrebbe dovuto costruire 50 anni fa e dovrebbero essere in fase di manutenzione e invece, santo cielo, dal 2018, quando fu dato il via all’Agenda Bolzano, non è stato dato neppure un maledetto colpo di piccone. La disparità è evidente. Chi ha le redini, invece, e cioè gli albergatori, si difende agilmente scaricando i costi sui clienti, e aumentando i prezzi, lasciando inalterati gli stipendi dei lavoratori. E guai a chiedere che una parte dei soldi della tassa di soggiorno, invece che essere reinvestiti in pubblicità che porterà altre milionate di turisti, venga destinata ad opere pubbliche per la cittadinanza. Come osate? Un sacrilegio, un esproprio proletario di stampo stalinista. Quelli sono soldi "loro". Punto.
Guai a chiedere che una parte dei soldi della tassa di soggiorno, invece che reinvestiti in pubblicità che porterà altre milionate di turisti, sia destinata ad opere pubbliche per la cittadinanza. Come osate?
Il guaio è che tutti, da Kompatscher all’HGV, sanno di avere un privilegio ulteriore. E pure questo, come tante altre cose, è unico al mondo, quanto meno in Occidente. Ed è quello di avere un editore, Athesia, che controlla la quasi totalità del mercato, senza che nessuno batta ciglio neppure quando si prende – dopo l’Alto Adige – la tv italiana per antonomasia, TV33. Gli affari della famiglia Ebner negli ultimi anni sono tutti orientati a nuove acquisizioni nel settore turistico, dalla Val Senales al Garda. Sappiamo tutti bene come funziona il consenso e quanto sia ancora forte il potere dei media tradizionali nel controllarlo. In questa situazione da noi per ora è difficile vedere decine di migliaia di persone in piazza. Ma immaginatevi che una coop indipendente vinca qualche decina di milioni al Superenalotto e li investa per rilevare l’impero editoriale Athesia. Come andrebbe a finire? Si scherza, ovviamente. Non accadrà, ma chi è nella stanza dei bottoni deve anche riflettere sul crescente peso dei social media. La strada fino al 2031 è lunga. Non è detto che a forza di dai e dai la corda non si spezzi prima.
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Dank Elide Mussner,…
Dank Elide Mussner, Referentin der Gemeinde Abtei, bleibt das Gadertal von diesem Spuk verschont. Aber Kompatscher wusste gleich zu beruhigen: Gröden hat schon alles. Infrastrukturen, Pisten, Hotels etc. Genau so wie Antholz. Oder? Wer will ihm nicht glauben?
Antwort auf Dank Elide Mussner,… von Germana Nitz
Ja ja beim „Beruhigen“ ist…
Ja ja beim „Beruhigen“ ist unser Arno einfach top!!
Wie sagte er doch nach der Neureuther Olympia-Doku über die Antholzer Biathlonstadion Ausbaupläne: „man wollte das eigentlich schon immer machen und nun mit den Olympia Geldern gehts halt schneller“!
Und wie sagte Landeshauptmann Kompatscher beim ersten Landtag-Beschlussantrag zur Rettung des Brixner Auwaldes: „da gibt es doch tolle Ausgleichsmassnahmen“…..
Fazit: alles totales GREENWASHING !!
Gröden hat locker Platz für…
Gröden hat locker Platz für weitere Hotels und Schipisten.
Wann bitte war denn…
Wann bitte war denn Kompatscher nachhaltig in den letzten 10 Jahren? Er hat höchstens das Ansehen von Südtirol und der SVP nachhaltig geschädigt.
Die Entscheidung für die…
Die Entscheidung für die Schi-Weltmeisterschaften 1932 in Gröden, mag zwar für das EGO einiger alter Herren recht wohl-tuend sein.
Dass deswegen weitere schwer-wiegende Umweltschäden verursacht werden, die Bevölkerung den Frag-würdigen Zauber sehr kritisch sieht + auch reichlich Steuergeld verbrannt wird, schert diese alte - einfaltige - kurz-sichtige Herrschaft nicht!
2031?
2031?