Politik | Sanità

Urologia a Bressanone, Messner rassicura

L'Assessore alla sanità Hubert Messner risponde all'interrogazione di Franz Ploner sulla situazione dei distretti di Bressanone e Brunico: "Il reparto di urologia di Bressanone sarà supportato da medici dell'ospedale di Bolzano, i pazienti non si sposteranno".
ospedale di bressanone brixen spital
Foto: Azienda Sanitaria
  • La situazione è nota ed è stata già ampiamente descritta da SALTO. Il Primario del Reparto di Urologia dell’Ospedale di Bressanone, Michael Aigner, ha rassegnato le proprie dimissioni. Secondo la lettera di licenziamento, citata ora nella risposta dell'Assessore Hubert Messner all'interrogazione del consigliere del Team K, Franz Ploner, il primario terminerà il proprio mandato il 29 novembre di quest'anno. Manca un mese, quindi, al potenziale passaggio di consegne. Come fatto già sapere dall'Azienda sanitaria, infatti, il concorso per la direzione del reparto è già stato bandito.

  • Hubert Messner: "La presenza di specialisti in urologia garantisce l'assistenza ai pazienti sia di Bressanone che di Brunico" Foto: LPA/Fabio Brucculeri
  • Alle domande poste dal consigliere Ploner, in merito al futuro del reparto di urologia e alla gestione del comprensorio di Bressanone e Brunico (che fanno entrambi capo alla stessa direzione del reparto), Messner ha risposto rassicurando tutti: "La presenza di specialisti in urologia garantisce l'assistenza ai pazienti in entrambi i distretti sanitari. Tutti i medici sono specialisti esperti in grado di affrontare tutte le situazioni". Inoltre, in accordo con la Direzione medica di Brunico sarà previsto un aumento dei servizi per i pazienti dell'area di Brunico. "Il reparto di urologia di Bressanone - scrive ancora Messner - sarà supportato da medici del reparto di urologia dell'ospedale di Bolzano, per evitare che i pazienti debbano recarsi in altri distretti sanitari"

    Come già evidenziato dall'Azienda sanitaria, d'altronde, le dimissioni del primario Aigner rappresentano una grave perdita. Tuttavia, "l’assistenza di alta qualità e la continuità delle cure per tutti i/le pazienti sono sempre garantite". Questo, ancora una volta, nonostante le dimissioni di numerosi medici. Dal 2017 fino al 2024 si sono dimessi 10 medici dal reparto di urologia di Bressanone. A fine novembre non ci sarà più neanche il primario.

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Oliver Hopfgartner Do., 24.10.2024 - 23:03

Auch in Österreich gibt es einen Mangel an Urologen. Während man in Graz eine Ultraschalluntersuchung innerhalbe von 1-2 Wochen bekommt, wartet man auch hier auf einen Kassenurologen Monate. Als privater Urologe kann man inzwischen fast verlangen, was man will.

Daher muss man auch fair sein: Was soll ein Landesrat oder ein Sanitätsdirektor tun, wenn man schlicht kein Personal findet? Leider ist es so, dass bei gleichbleibendem Personalstand die einzigen Verbesserungsmöglichkeiten in einer besseren Vorselektion der Patienten, Verbesserung der hausärztlichen Betreuung von urologischen Patienten und mehr Prävention liegen.

Während man früher als Gesundheitslandesrat noch aus dem Vollen schöpfen konnte, ist man heute eher ein Verwalter des Mangels und Feuerwehrmann. Wie ich immer wieder sage, sollte man sich auf Verbesserung der Primärversorgung konzentrieren und diese sollte ihren Fokus auf folgende Säulen legen: Behandlung, Prävention, Gesundheitskompetenz und Gesundheitsförderung. So entlastet man Krankenhäuser und Fachabteilungen. Wir schöpfen das Potenzial von nichtärztlichem Personal in der Primärversorgung (also das, was Hausärzte aktuell hauptsächlich machen) bei weitem nicht aus. Dieses Personal wäre billiger als Ärzte und würde in Zusammenarbeit mit den Allgemeinmedizinern die Versorgungsqualität deutlich steigern und den Facharztbedarf einsparen. Insbesondere für Krankeitsbilder wie Diabetes, COPD, Bluthochdruck, Osteoporose, chronische Wunden und orthopädische Probleme trifft dies zu, also genau jene Krankheitsbilder, die am meisten Kosten und Ressourcen binden.
Messner versucht eh in diese Richtung zu arbeiten, es ist aber in Anbetracht des Mangels an Personal und der Interessenskonflikte und Animositäten im Sanitätsbetrieb nicht so leicht, solche Entwicklungen ernsthaft voranzutreiben.

Do., 24.10.2024 - 23:03 Permalink
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Stereo Typ So., 27.10.2024 - 11:59

Antwort auf von Oliver Hopfgartner

In Zukunft wird es auch nicht besser werden. Wir haben seit vielen Jahren einen Geburtenrückgang, woher sollen denn die jungen Menschen kommen, die Medizin studieren und Arzt werden?
Ebenso verschiebt sich vieles in Richtung private Versorgung. Ich habe verschiedene Menschen kennengelernt, die jetzt in Pension sind und ihr Erspartes für private Behandlungen ausgeben, nicht selten im Wert eines Kleinautos.
Sanität in Südtirol (und anderswo): quo vadis?

So., 27.10.2024 - 11:59 Permalink