Umwelt | Blumenwiesen

“Recuperare la tradizione dei prati”

In Alto Adige è partito un progetto di ripristino della biodiversità attraverso la ripiantumazione dei Blumenwiesen: l'intervista all'attivista ambientalista Viola Ducati.
Blumenwiesen
Foto: Achim Winkler
  • Tra le numerose conseguenze dell’inquinamento e dell’agricoltura intensiva si può annoverare anche la perdita di biodiversità. Campi, foreste e giardini sono stati trasformati per poter raggiungere una sempre maggiore efficienza estetica e produttiva, a discapito delle specie tipiche dei singoli territori. Le aiuole fiorite tutto l’anno, i prati concimati per le colture e i pascoli per gli allevamenti hanno finito per impoverire i terreni, riducendo il numero di varietà di fiori e arbusti, con una conseguente diminuzione degli insetti impollinatori. Da qualche tempo, però, la tutela della biodiversità ha acquisito un posto importante tra le azioni di contrasto al cambiamento climatico, con una serie di iniziative di reinserimento delle specie autoctone. Una di queste è il progetto Blumenwiesen, nato dalla proposta della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, coordinato dal Dachverband für Natur- und Umweltschutz (Federazione ambientalisti Alto Adige) con la partecipazione del Centro di Sperimentazione Laimburg, l’associazione Sortengarten Südtirol ed Eurac Research. Ne parliamo con Viola Ducati della Federazione ambientalisti Alto Adige. 

    SALTO: Com’è nato il progetto? 

    Viola Ducati: L’iniziativa è nata coinvolgendo i comuni dell’Alto Adige, per trasformare i terreni impoveriti in oasi di biodiversità, reintroducendo le specie autoctone, spesso scomparse, tornando a formare una comunità simbiotica di fiori e animali impollinatori. Si è deciso di fare qualcosa di concreto, recuperando anche la tradizione paesaggistica altoatesina dei Blumenwiesen, i prati perenni delle valli e delle montagne del territorio. 

  • Viola Ducati del Dachverband für Natur- und Umweltschutz: "Anche i fiori più comuni, come le margherite, possiedono delle piccole caratteristiche differenti, per adattarsi ad ogni biozona". Foto: Privat

    Quanti sono i comuni coinvolti? 

    Inizialmente avevamo deciso di aprire il progetto a 30 comuni, ma il programma è piaciuto molto e, con una seconda call, abbiamo esteso il numero a 37, tra i quali contiamo sia comuni molto piccoli che comuni cittadini come Merano. I terreni e giardini presi in considerazione sono dunque diversi e per circa 3 anni, il progetto è iniziato nel 2024 e si concluderà ad inizio 2027, diventeranno promotori di biodiversità. 

     

    Bastano anche solo pochi metri quadri lasciati liberi per far rifiorire oasi di biodiversità

     

    Quando sono stati piantati i semi? 

    Le prime semine sono state effettuate in autunno, mentre le altre in primavera. L’associazione Sortengarten Südtirol si è occupata di fornire i semi, raccolti a mano, donati a titolo gratuito o dietro piccolo rimborso dagli agricoltori della zona: si tratta infatti di semi non commerciali, che vengono piantati seguendo una mappa messa a punto dal museo delle scienze di Bolzano, che ha individuato 10 macro-bioregioni diverse. Anche i fiori più comuni, come le margherite, possiedono delle piccole caratteristiche differenti, per adattarsi ad ogni biozona. 

  • Prato fiorito: "Si tratta infatti di semi non commerciali, che vengono piantati seguendo una mappa messa a punto dal museo delle scienze di Bolzano". Foto: Andreas Hilpold/Eurac Research

    I prati saranno monitorati? 

    Ci saranno dei monitoraggi, di cui si occuperà anche l’Istituto per l’ambiente alpino di EURAC Research, già a partire dalla prima fioritura, per proseguire con il cambio della semina in autunno e in primavera. Nel 2026 tutti i comuni saranno a pieno regime, nel frattempo la fondazione Laimburg si occupa di formare il personale comunale che si occupa dei prati. 

    Il progetto mira anche a sensibilizzare la popolazione? 

    Portiamo avanti seminari, incontri e conferenze, anche nelle scuole. Dobbiamo riabituarci a vedere prati non sempre falciati e aiuole che non fioriscono per tutto l’anno, con piante che seguono il tradizionale andamento delle stagioni. 

     

    Dobbiamo riabituarci a vedere prati non sempre falciati

     

    La grande partecipazione dei comuni lascia presagire una seconda edizione? 

    Vedremo alla fine del percorso. Abbiamo avuto molte richieste e anche alcuni privati hanno manifestato il proprio interesse. Molte ricerche evidenziano che bastano anche solo pochi metri quadri lasciati liberi per far rifiorire oasi di biodiversità: questo rende il progetto applicabile a moltissime situazioni differenti e il programma potrebbe diventare un modo per veicolare la diffusione delle buone pratiche contro il cambiamento climatico.

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Christian I Mo., 10.02.2025 - 13:35

Complimenti per il progetto! Anche il prato di casa mia lo sto trasformando in una Blumenwiese, per la gioia di api e molti altri insetti. E per la gioia dei nostri occhi!

Mo., 10.02.2025 - 13:35 Permalink
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Josef Fulterer Di., 11.02.2025 - 07:48

Die Insekten + die Betrachter freuen sich "über eine Blumenwiese," die Kühe die zu spät gemähtes Heu fressen müssen, geben davon leider weniger Milch + setzen weniger kg an.

Di., 11.02.2025 - 07:48 Permalink