Immer mehr Zensur, immer…
Immer mehr Zensur, immer mehr Kontrolle.
Ein großes Kompliment an salto.bz dafür, dass sie gegen den Strom schwimmen.
Mentre leggevo la presa di posizione di Demos sulla questione dello sbarramento di ingresso alla lettura dei commenti agli articoli di Salto e mentre scorrevo le argomentazioni che si sono aggiunte ad essa, per una qualche ragione che all’inizio non ho saputo ben definire, mi è tornata in mente un’iniziativa editoriale di quasi mezzo secolo fa.
La rivista, edita dalla Mondadori, si chiamava Duepiù, comparve in edicola nel 1968 e vi rimase, con discreto successo, sino al 1983. Affrontava con un approccio aperto e laico i problemi della coppia. Aveva come target un pubblico giovane disposto a cercare tra quelle pagine suggerimenti e consigli per costruire una convivenza basata su valori diversi da quelli del passato.
Una delle caratteristiche della rivista, ed è per questo che mi è tornata alla mente, quella di inserire verso la metà di ogni numero un inserto cartaceo chiuso da una striscia di carta. Conteneva, questo l’avvertimento ai lettori, la trattazione dei temi più legati alla sessualità. Un espediente ideato, si diceva, per impedire che quelle argomentazioni ritenute scottanti potessero finire nelle mani sbagliate che erano poi quelle dei più giovani.
Ovviamente, come sempre avviene questi casi, coloro che su quelle pagine non avrebbero mai dovuto posare gli occhi, erano i primi ad eludere il divieto e ad aprire il fascicolo segreto, salvo poi annotare con delusione che di piccante nei consigli dispensati da esperti c’era ben poco e che la palma della pubblicazione più arrapante restava consegnata al catalogo di Postal Market.
Ripensandoci bene il motivo per il quale mi è tornato alla mente quel famoso inserto chiuso e che ad accomunarlo all’idea piuttosto stramba di identificare con nome cognome e magari anche con identificativo SPID coloro che vogliono semplicemente leggere i commenti in calce ad un articolo di Salto, c’è un comune denominatore: la voluttà del controllo.
Sulla questione è già stato detto parecchio e non voglio ripetere cose già scritte. C’è però un passaggio nell’ esposizione dell’avvocato Canestrini che merita, per quel che posso ritenere, un qualche approfondimento.
Siamo di fronte, a livello globale, ad un attacco senza precedenti alla libertà di informazione.
Siamo di fronte, a livello globale, ad un attacco senza precedenti alla libertà di informazione. Il potere, nel momento in cui tende a trasformarsi in dominio assoluto, santificato da una volontà popolare che spesso è più fittizia che reale, considera insopportabili le critiche e le denunce che arrivano dai giornalisti, si esprimano essi con la carta stampata, sulle onde delle trasmissioni radio e tv, o su quelle della rete. Ecco dunque che il potere si muove in modo da condizionare, intimidìre, soffocare ed infine abolire tutte le espressioni della libera informazione sulle quali riesce in qualche modo a mettere le mani. Esempi eclatanti non sono lontani da noi, basti pensare all’Ungheria di Orban, ma gli stessi processi sono come scintille che covano sotto la brace un po’ ovunque.
Una forte controffensiva contro questa censura strisciante arriva per fortuna, come fa rilevare Canestrini, con la direttiva europea Media Freedom Act, che sta per imporre agli Stati membri comportamenti basati sul principio che un’informazione libera e sollevata da qualsiasi ingerenza del potere è un presupposto fondamentale per lo sviluppo della democrazia. Non vi è dubbio che decisioni politiche come questa sono poi alla base dell’odio antieuropeista che alligna in diversi Stati.
Non potendo impedire che quei commenti vengano scritti si cerca di fare in modo che vengano incapsulati, chiusi e sigillati.
Per quel che riguarda l’Italia, ad esempio, la direttiva, se non verrà ignorata a pena di una procedura di infrazione, imporrà di rivedere, tra le altre, tutte le norme che permettono al potere politico di gestire come cosa propria il servizio pubblico radiotelevisivo. Forti dubbi anche sui poteri attribuiti a quella commissione parlamentare di vigilanza che si muove non di rado come una sorta di editore occulto della Rai. Se questo è il quadro nazionale e internazionale, diviene ancor più inquietante il clima che si respira a livello mondiale, con i tentativi, rimasti per ora sulla carta, di riprodurre addirittura in ambito provinciale sistema di controllo, di indirizzo, di occhiuta sorveglianza che la direttiva europea imporrebbe di scardinare.
Partendo da un obiettivo comprensibile come quello di porre un limite, almeno laddove si può, al dilagare del linguaggio d’odio, alla diffusione di notizie false, al bullismo, si arriva ben oltre il bersaglio. Le voci a cui mettere la sordina paiono essere adesso quelle che, a volte in modo estremo ma pur sempre all’interno della libera espressione del proprio pensiero, esprimono critiche.
Succede così che non potendo impedire che quei commenti vengano scritti si cerca almeno, usando il marchingegno dei contributi pubblici, di fare in modo che vengano incapsulati, chiusi e sigillati come quel famoso inserto che doveva impedire ai ragazzini di metter gli occhi sulle pacate argomentazioni di qualche ginecologo.
Pluralismo e libero scambio di opinioni – è questo che rappresenta SALTO. I nuovi requisiti del programma di sovvenzione dei media altoatesini mettono in discussione questi valori fondamentali. Pertanto, rinunciamo ai contributi provinciali. L'importo in questione è di circa 15.000 euro.
Wenn wir die Anforderungen der Medienförderung akzeptieren würden, könntest du die Kommentare ohne
Registrierung nicht sehen.
Immer mehr Zensur, immer mehr Kontrolle.
Ein großes Kompliment an salto.bz dafür, dass sie gegen den Strom schwimmen.
vero, il commenti in qualche modo trattati come se fossero pornografia, la dice lunga sulla mentalità democratica del governo provinciale.
Danke Salto, für eure Courage und ich werde euch auch in Zukunft unterstützen, lasst euch nicht unterkriegen!
Poco tempo il grande capo di META Mark Zuckerberg raccontava delle grandi pressioni subite da parte del Governo americano per censurare molte informazioni sui suoi social media, anche se perfettamente vere! Questi fatti sono gravissimi e portano ancora più persone a non fidarsi dei media mainstream.
Vede, anche la sua è un'informazione in fondo falsa. L'invito del governo Biden a Zuckerberg era quello di adoperarsi di più per arginare, appunto, notizie FALSE e DISTORTE diffuse via Facebook, non quelle vere. Non appena ha potuto, con l'elezione di Trump e l'appoggio all'anarchia a livello di contenuti e toni di X, Zuckerberg si è scrollato di dosso il "peso" di quella che era ritenuta una questione di igiene comunicativa. Lei sta dimostrando quanto necessario sarebbe stato questo intervento. Senza nulla togliere al fatto che la registrazione per leggere commenti rimane un'idiozia.
Tanto di cappello a SALTO per la decisione presa.
15.000 sono una bella cifra a cui non si dice tendenzialmente mai di no. La decisione di SALTO merita ammirazione.
Indipendentemente da ciò sono dell'opinione che anche chi scrive commenti dovrebbe "metterci la faccia" con nome e cognome e non nomi di fantasia.
Facessero tutti così, mettendoci nome e cognome, ne guadagnerebbe la trasparenza e non ci sarebbero interventi da parte della mano pubblica.
Peccato.
Sono ripetitivo: se vogliamo veramente dare un supporto a SALTO, impegniamoci perché anche chi solo legge, si registri. In fondo non costa nulla, l'anonimato di chi legge non viene toccato, SALTO continua a percepire, giustamente, fondi pubblici senza cambiare la propria linea e senza perdere lettori e si dimostra che lo spirito censuratore è un'arma spuntata.
Ritengo che sia una lotta per cui vale impegnarsi.
George Orwell hätte es in "1984" nicht besser erfinden können!
Die SVP + Koalitionspartner zwingen Leser, also jene, die nur lesen (!), zu einer Preisgabe von persönlichen Daten.
Ich warte auf den konsequenten nächsten Schritt der SVP, wenn sie beschließt, dass auch jene, die Papierzeitungan kaufen, sich registrieren müssen! Aus Sicherheitsgründen.
Wo kämen wir denn hin, wenn jede/r einfach frei lesen könnte, was Journalistinnen schreiben!
Ich finde, dieses "Förderungsgesetz" zeigt die wahre Fratze der aktuellen SVP!
Conteneva, questo l’avvertimento ai lettori, la trattazione dei temi più legati alla sessualità.
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quel famoso inserto che doveva impedire ai ragazzini di metter gli occhi sulle pacate argomentazioni di qualche ginecologo.
Quindi a quei tempi i ginecologi dispensavano addirittura consigli sulla sessualità...
Interessante 🤔...