Kultur | Gastbeitrag

Zweitland, tra libertà e terrorismo

Un film che racconta la Feuernacht del 1961, intrecciando storia, emozione e riflessione. La recensione di uno studente delle scuole professionali Hannah Arendt.
Zweitland
Foto: Helios
  • Emozione e storia sullo schermo

    Zweitland è un film intenso, capace di coinvolgere lo spettatore sia emotivamente che intellettualmente. Ricostruisce la Feuernacht dell’11-12 giugno 1961, quando furono fatti esplodere 37 tralicci dell’alta tensione in Sudtirolo. Non un semplice atto dimostrativo: un episodio che portò in modo spettacolare la questione sudtirolese all’attenzione internazionale e rese visibili tensioni, frustrazioni e promesse mancate.

  • Un territorio sospeso tra ingiustizia e autodeterminazione

    Il film esplora il contesto politico dell’epoca: il Patto di Parigi del 1946 aveva garantito diritti culturali e linguistici, ma molti sudtirolesi percepivano ancora dominanza italiana e privilegi nell’accesso agli impieghi pubblici. In questo scenario nasce il Befreiungsausschuss Südtirol (BAS), convinto che solo azioni eclatanti potessero scuotere l’indifferenza generale. La ricostruzione restituisce la sensazione di un territorio sospeso tra ingiustizia percepita e desiderio di libertà.

  • Due letture, una storia

    Il film mostra la complessità della vicenda da due punti di vista: quello della Resistenza, ispirandosi a figure come Eva Klotz, l’esplosione dei tralicci appare un gesto di libertà e rivendicazione dei diritti negati; e quello della critica, ricordando agli spettatori che gli attentati portarono anche repressione, dolore e sospetto. La narrazione evita così la mitizzazione, evidenziando le conseguenze umane e sociali.

  • Libertà o terrorismo?

    Zweitland non semplifica: per il BAS gli attacchi erano simbolici e privi di volontà di colpire persone; per lo Stato italiano furono però terrorismo e minaccia alla sicurezza nazionale. In conclusione: è un film bello, coinvolgente e profondamente riflessivo. Un’opera intensa e stratificata, capace di unire rigore storico e forte impatto emotivo. Pur rispettando la complessità dei fatti, costruisce un racconto avvincente che non impartisce giudizi, ma apre domande. Alla fine, come suggerisce la pellicola stessa, spetta a ciascuno di noi decidere la propria interpretazione: atto di libertà o gesto terroristico?

  • Tobias Mair è studente della classe BFS2 della scuola Hannah Arendt di Bolzano/Bressanone.