Politik | Rom

Basta Doppelpass?

Mit der Antwort auf eine Parlamentsanfrage dürfte Italien einen Grabstein auf das Vorhaben Doppelpass für Südtiroler gesetzt haben. Alessandro Urzì jubelt.
Doppelpass
Foto: Pixabay

“Jetzt können wir endlich ruhig schlafen und wünschen uns, dass wir ab sofort nichts mehr vom Doppelpass hören.” Alessandro Urzì ist in Jubelstimmung. In der Antwort auf eine Parlamentsanfrage der Senatoren von Fratelli d’Italia hat das Außenministerium wohl einen Grabstein auf das Vorhaben Doppelpass gesetzt. Der Doppelpass für Südtiroler – als Vorhaben der ehemaligen österreichischen Regierung gepusht – dürfte (wieder) in der Schublade verschwinden. Weil Italien “entschieden dagegen” ist, wie es in der Antwort auf die Anfrage heißt. Damit rücken die Pläne, den Doppelpass im Einvernehmen zwischen Wien, Rom und Südtirol einzuführen, in weite Ferne.

Urzì sieht den Doppelpass ohnehin als “eine einseitige Aktion Wiens”, “eine von der Geschichte überholte Thematik”, “ein revanchistischer Akt, der den Frieden dieser Provinz gefährdet”.

Dass das Außenministerium unter Enzo Moavero Milanesi den Plänen nun endgültig eine Absage erteilt haben dürfte und sogar die EU-Kommission in der Sache informiert hat, sieht der Landtagsabgeordnete von Alto Adige nel Cuore “auch als Botschaft, die sich an jene in Südtirol richtet, die stets feindliche Träume gegen Italien und die Italiener hegen, wie sich zuletzt in der Abstimmung über die Abschaffung des Regierungskommissariats in Südtirol gezeigt hat”.

In der Antwort auf die Anfrage in Sachen Doppelpass schreibt das Außenministerium:

“Il Governo italiano ha manifestato a più riprese alle autorità austriache la ferma contrarietà dell’Italia all’iniziativa della ‘doppia cittadinanza’ per le minoranze linguistiche dell’Alto Adige.

La Farnesina ha investito della questione anche la Commissione europea, considerando la misura perseguita dal Governo di Vienna difficilmente comprensibile specie se si considera che austriaci e italiani già condividono la comune cittadinanza dell’Unione europea. Il Governo italiano ha sempre sottolineato come l’introduzione forzosa di una misura unilaterale così divisiva rischierebbe di minare l’autonomia altoatesina riconosciuta – a livello universale e in più occasioni formalmente anche da Vienna – come modello di convivenza tra gruppi linguistici diversi In parallelo l’ambasciatore italiano a Vienna ha puntualmente ribadito con le autorità austriache la posizione di fermezza a più riprese e in tutte le sedi opportune ed in ogni occasione in cui il progetto è stato evocato, sensibilizzando a vari livelli gli interlocutori a Vienna circa il rischio concreto di compromettere le relazioni bilaterali con l’Italia.

Anche in ragione di tale chiara e risoluta opposizione il progetto perseguito non è stato formalizzato in un disegno di legge.”