Governo: Berlusconi apre la crisi

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Nadia Mazzardis Sa., 28.09.2013 - 20:10

Questo signore, in 20 di berlusconismo, di cui non è stato l'unico artefice, intendiamoci, ha fatto in modo che la cultura venisse assimilata all'antitesi del consumismo. Ha contribuito all'omologazione del linguaggio, attraverso trasmissioni come Drive-in o Zelig, fatte di refrain senza senso.

Se la cultura è l'antitesi del consumismo, noi non possiamo consumare cultura. E quindi la cultura è in mano alle consorterie che si formano in base a scelte di pochi.

In un paese dove i genitori sono disposti a comprare due paia di scarpe di marca, per i propri figli piccoli, perchè "i piedi sono importanti", ma se la scuola chiede 10 euro per un libro aggiuntivo, protestano, ci si è disabituati a consumare cultura.

E la disabitudine al consumo di questo alimento necessario alla sopravvivenza umana, fa sì che ormai non ci si indigni più di nulla, fa sì che si potesse pensare che quest'uomo governasse per "fare le riforme", fa sì che slogan come "aboliamo l'IMU" che altro non era che una patrimoniale su un patrimonio, che alcuni hanno e altri no, e che si sarebbe potuta revisionare tranquillamente togliendola al 75% delle famiglie italiane, ma non facendo beneficiare per 1.500.000.000 di euro, le case di extra lusso, bene se non consumiamo cultura, se non ne sentiamo più il desiderio, questo è quello che ci capita.

Siamo un Paese in cui abbiamo delegato troppo, presi dal nostro familismo, dalle nostre piccole frontiere che riguardano le nostre piccole comunità. Vale anche per il nostro Alto Adige Südtirol.

Ora è tempo di ricominciare dalla cultura, dalla cultura della partecipazione, della formazione del pensiero critico, nei ragazzi a scuola, dalla cultura del lavoro in team e non dell'individualismo, dalla cultura di genere.

Reiterare gli slogan, anche in politica, è cultura dell'omologazione. Prendiamone le distanze.

Sa., 28.09.2013 - 20:10 Permalink