Alex Vinatzer
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Gesellschaft | Finferli e nuvole

Vinatzer 1999? Lo stappiamo subito!

Mondiali di Cortina, slalom: la medaglia di bronzo, accidenti, se la infila al collo il mostro sacro Kristoffersen. Fa niente, Alex. Il futuro è tuo.

Ha una erre quasi come di Gardena, l'altezza del corazziere, il sorrisetto furbo, gli occhi che gli schizzano attorno come a Rango. Il microfono del cronista sotto il naso, si guarda attorno inquieto: vedi mai che da dietro il traguardo ti salta fuori quella ragazza in costume dell'anno scorso...

Ricordate? Schladming 2020. Alex è tra i primi, sta per tagliare il traguardo, quand'ecco che una figura tutta coscia lo precede di un niente: miglior tempo! 

Il miglior tempo, però, l'ha fatto la signora. Lui se ne accorge un attimo dopo e ci si fa subito un selfie. La raggiunge in albergo e si fa firmare un autografo.

“Una figata”, dice poi, “non è successo niente di grave per la gara, meglio riderci sopra”.

Un apres ski che gli invidia tutto il circo bianco.

È un talento incredibile. A 19 anni vince il titolo mondiale juniores, poi approda subito in Coppa del Mondo. Subito tra i primi, arriva subito anche il podio.

E quindi l'inizio dell'attuale stagione. Un quarto posto e poi un terzo.

Poi, improvvisamente, inspiegabilmente, cala il buio. Esce cinque volte di seguito. Inforca, cade, si insacca.

Come un gran Barolo di La Morra, tu non puoi che migliorare

Lucidissimo, intelligente, chiaro, è il miglior analista della sua stessa sciata. Ne spiega i difetti, prospetta rimedi, ricostruisce l'errore di una tattica. Sempre spontaneo e senza peli sulla lingua.

Finalmente, nel sesto slalom, arriva in fondo: ultimo. “Porcamiseria”, dice, “non mi era mai successo”.

La volta dopo si migliora: tredicesimo.

E siamo ai Mondiali di Cortina. Domenica 21 febbraio. Ultimo atto. Il suo giorno, il giorno dello slalom.

Nella prima manche parte col diciassette e fa un'impresa pazzesca. Arriva a qualche centesimo dal primo lasciandosi alle spalle il ghota del palo stretto.

C'è la seconda manche. Si gioca l'oro. La tensione è alle stelle. Pinturault, Yule, Schwarz.

Vinatzer parte bene, poi frena un po', due tre grattate: quarto.

La medaglia di bronzo, accidenti, se la infila al collo il mostro sacro Kristoffersen.

Fa niente, Alex. Il futuro è tuo. Dodici, quindici anni di carriera. Come un gran Barolo di La Morra, tu non puoi che migliorare.

Noi ti stappiamo adesso.

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Hartmuth Staffler Mo., 22.02.2021 - 12:24

Dass Fabio Marcotto es, wie die meisten italienischen Journalisten, nicht lassen kann, einen Südtiroler Sportler wegen seiner Aussprache lächerlich zu machen, verwundert nicht weiter. Dafür aber gibt Marcotto der Öffentlichkeit preis, dass er von der deutschen Sprache keine Ahnung hat. "... lasciandosi alle spalle il ghota del palo stretto." Jedenfalls hat Marcotto damit erreicht, dass er sicher nicht in den Gotha der guten Journalisten aufgenommen wird.

Mo., 22.02.2021 - 12:24 Permalink
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Sepp.Bacher Mo., 22.02.2021 - 14:26

Antwort auf von Hartmuth Staffler

Hartmuth Staffler: erstens ist F. Marcotto kein Journalist, sondern ein Pädagoge (an der Oberschule oder an der Uni?).
Zweitens, warum soll Fabio M. von der deutschen Sprache keine Ahnung haben? Als ich noch mit ihm Kontakt hatte, sprach er - als einer der wenigen - immer deutsch und zwar ein schönes, da hatte ich mit meinem Standard-Deutsch das Nachsehen.
Und drittens empfinde ich seine Ironie, die immer wieder durchklingt, wie ein liebevolles Necken. Ich glaube nicht, dass ihn Putin, in dessen Reich er längere Zeit arbeitete, zum Nationalisten gemacht hat!!

Mo., 22.02.2021 - 14:26 Permalink
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Hartmuth Staffler Mo., 22.02.2021 - 21:31

Antwort auf von Sepp.Bacher

Ich betrachte alle Menschen, die sich dazu berufen fühlen, hier ihre Ergüsse zu publizieren, als Journalisten, weil es sich nun einmal um eine journalistische Tätigkeit handelt. Wenn der Herr einen anderen Hauptberuf hat und wenn es ihn stört, als Journalist bezeichnet zu werden, dann bin ich durchaus bereit, diese Bezeichnung zurückzunehmen. Dass es bei ihm mit der deutschen Sprache ein wenig hapert, habe ich aus der seltsamen Schreibweise von Gotha (Herr Marcotto hat daraus ghota gemacht) geschlossen. Wer andere Menschen wegen ihres Akzentes in einer fremden Sprache belächelt, der muss sich auch selbst wegen seiner Rechtschreibfehler in einer anderen Sprache kritisieren lassen.

Mo., 22.02.2021 - 21:31 Permalink