Ci sono segnali di fumo inequivocabili in politica, e la nomina di Florian Zerzer alla guida di una ripartizione così importante come quella dell’urbanistica è uno di quei segnali. Anche rispetto a una politica che ci ha abituato a favori di tutti i tipi e scelte di partito, questa nomina ha un sapore particolare: perché è stata allontanata, senza motivo, una dirigente competente, facendo posto a un dirigente senza le competenze tecniche richieste; e perché, di fronte alle prese di posizione unanimi e chiarissime (e non scontate) a favore della direttrice Virna Bussadori da parte dei professionisti dell’urbanistica, la risposta è stata di ignorarli, o peggio: il sapere informatico diventa prioritario rispetto a quello del settore. Le critiche venivano da professionisti che di progetti, costruzioni, e appalti vivono e che hanno dichiarato di avere un estremo bisogno di qualcuno che conosca la marteria e blocchi non il settore, ma gli incompetenti e gli interessi particolari.
È un brutto segnale, questo, anche per i dirigenti pubblici che ora hanno il precedente di una collega con una pagella da dieci e lode rimossa dalla Giunta senza nessuna spiegazione convincente, se non quella data, a fatto avvenuto, dall’assessore Peter Brunner, che dice che la ripartizione ha bisogno di qualcuno di più efficiente e che lavori più strettamente con i comuni, che ieri avevano accusato Bussadori di debolezze organizzative (a fronte di una valutazione del 90% nella gestione organizzativa e del 100 per cento complessiva risalente solo ad alcuni mesi fa) dai suoi superiori. Debole secondo i Comuni “il completamento dell’approvazione completa del Piano guida del paesaggio, delle modifiche relative ai parchi naturali, e tempi eccessivamente lunghi per l’esame delle varianti ai piani urbanistici.” Proprio in questa fase delicata di preparazione dei piani di sviluppo comunale serviva, secondo i rappresentanti degli ordini professionali, una persona padrona della materia, capace di migliorare le norme ma garantendo “un'applicazione uniforme e corretta delle regole, evitando soluzioni caso per caso che potrebbero favorire, in certi casi, anche il nepotismo." Ora ci sarà qualcuno più lösungsorientiert, come richiesto da Brunner, a scapito della continuità reclamata dagli urbanisti. E per i dirigenti provinciali il messaggio è chiaro: una pagella da dieci e lode in tutte le materie non basta più – almeno non con la nuova legge sulla dirigenza che prevede l’assegnazione diretta del posto e non il concorso. Bene aveva fatto l’assessora Ulli Mair a sottolineare il ruolo della nuova legge in questa vicenda – peccato che al momento del voto abbia deciso di astenersi, insieme ai colleghi Marco Galateo e Christian Bianchi. Quest’ultimo avrà forse ottenuto che i prossimi posti dirigenziali vadano a concorso, ma ha perso un’occasione per lanciare un segnale importante.
La Giunta ha superato una soglia di non ritorno verso una gestione del potere sempre più opaca, dove la competenza conta meno della fedeltà.
Con il Landeshauptmann in vacanza – meritata, per carità ma con un tempismo che lascia un po’ a desiderare – la Giunta a guida SVP ha lanciato segnali di fumo inequivocabili, superando una soglia di non ritorno verso una gestione del potere sempre più opaca, dove la competenza conta meno della fedeltà.