Gesellschaft | Mezzi pubblici

Trasporto disabili, Alpinbus si difende

Dopo diverse accuse di disservizi, parte la petizione online. La ditta risponde: “E’ un attacco mediatico. I nostri veicoli con gomme tagliate e manomessi”.
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Foto: Alpinbus
  • Arriva la dura risposta di Alpinbus, l’azienda che da qualche mese è al centro della polemica per i problemi al servizio di trasporto di persone disabili in Alto Adige. La società trentina aveva vinto il bando provinciale ed era subentrata alle ditte altoatesine Adlatus e Easy mobil. Il passaggio di consegne aveva riscontrato diversi problemi, era stato lo stesso Palazzo Widmann ad annunciarne le difficoltà; da lì in avanti sono state diverse le accuse di servizio mancato o insufficiente. Questa mattina (13 giugno) la consigliera provinciale Anna Scarafoni ha presentato un dossier in cui denuncia i disservizi di Alpinbus, augurandosi che tornino le vecchie ditte a gestire il servizio di trasporti. Nel pomeriggio è arrivata anche una petizione su change.org dal titolo "I bambini con disabilità hanno diritto a partecipazione e mobilità! L’amministrazione provinciale altoatesina deve porre immediatamente rimedio alle carenze!", che ha già oltre 25 firme

  • La risposta di Alpinbus

    “Fino ad oggi non abbiamo mai risposto utilizzando il nostro legittimo diritto di replica - dichiara Alpinbus - agli attacchi mediatici da parte di una singola espressione politica fatta eccezione per la nostra lettera aperta all'assessore Achammer, dove abbiamo solo riportato che la provincia, a seguito di ispezione, ha trovato i mezzi in ordine ed i servizi svolti correttamente”, tuona la ditta, che prosegue: “Abbiamo subito una vera e propria azione di sabotaggio da parte di una singola espressione politica, da parte di alcuni media, da parte di qualcuno che ha chiaramente ostacolato fin dall’inizio il corretto passaggio del servizio principalmente intralciando lo svolgimento delle procedure previste dalla Clausola Sociale che garantiva non solo a tutti gli autisti il diritto al lavoro ma anche la corretta prosecuzione del servizio, situazione definita totalmente anomala dai sindacati, che ringraziamo per il loro prezioso supporto. Sono state dette moltissime falsità e costruite situazioni finte finalizzate, come per esempio dall’ultima notizia sui media la grande bugia di non aver svolto il servizio di trasporto terapie a screditarci in ogni modo dai sabotatori e da loro accoliti”. 

  • Foto: Adlatus

    La ditta spiega che il subentro, avvenuto a ridosso del ponte del 25 aprile, non è stato semplice: “Riteniamo che siano di facile comprensione quali e quante difficoltà abbiamo riscontrato nell’avvio del servizio d’urgenza: subentrare in corso d'esercizio ad un servizio così delicato riguardante 280 famiglie, dovendolo costruire in 4 giorni, di cui 3 festivi, senza che nessuno dei circa 50 autisti passasse con noi e, di conseguenza, dovendo trovare operatori nuovi da formare e a cui trasmettere le informazioni basilari e necessarie, è stato di una difficoltà semplicemente senza pari”. 

    Secondo Alpinbus la risonanza mediatica della vicenda ha portato anche al danneggiamento dei mezzi di trasporto disabili: “La cosa più grave è stato il subire atti di sabotaggio in tutta la provincia sui nostri veicoli che abbiamo trovato al mattino per diversi giorni con le gomme tagliate e manomessi, con l’obiettivo di non permetterci di effettuare il servizio in orario e così come programmato. Per fortuna la disponibilità di mezzi sostitutivi distribuiti sul territorio ci ha permesso di affrontare prontamente questi atti vandalici e garantire la corretta effettuazione del servizio”.

    A difesa della sua posizione, la ditta fa notare in primo luogo che: “la provincia non ha mai disposto la sospensione del servizio, pur avendo attivato una serie di controlli specifici sul servizio sia amministrativi che operativi”. Inoltre, prosegue Alpinbus, il TAR ha rigettato la domanda cautelare presentata dal precedente gestore con le seguenti motivazioni “Il ricorso non appare suffragato da apprezzabili elementi di fumus boni iuris, non essendo emerso un rifiuto di iniziare il servizio da parte dell’aggiudicataria, né il mancato rispetto dei requisiti previsti dal capitolato tecnico e direttamente rilevanti solo in fase di esecuzione”.

    “Vogliamo stigmatizzare l’assoluta scorrettezza dei soggetti che hanno operato e continuano ad operare in maniera disonesta ed in molti casi illegale - conclude Alpinbus - che hanno utilizzato come mero strumento di rivalsa i fruitori del servizio, persone fragili che necessitano di vedersi garantiti i loro diritti”.