Umwelt | Inquinamento

Troppi pesticidi nelle acque/2

Ecco cosa dice la Provincia sull'inquinamento della Fossa grande di Caldaro in cui il glifosato è sopra i limiti di legge da 8 anni. "Troppo pochi punti di monitoraggio? Seguiamo la normativa nazionale".
Fossa grande di Caldaro
Foto: Wikipedia
  • La presenza di residui del diserbante glifosato e del suo metabolita AMPA nelle acque superficiali è un problema irrisolto da anni. Nel primo articolo abbiamo visto che dal 2017 al 2024 nella Fossa grande di Caldaro i residui dell’erbicida sono sempre stati sopra i limiti di legge, con picchi da record. Nel 2019 l’AMPA ha toccato le sei volte il consentito, nel 2022 addirittura le otto. In mezzo, pesticidi e fungicidi a volontà: Carbaril, MCPA, Acetamiprid, Fludioxonil, fino al Tetraidroftalimmide che nel 2021 è schizzato a 3,57, vale a dire 35 volte oltre il limite. Otto anni di controlli e una sola costante: nel corso d’acqua che collega il lago di Caldaro all’Adige l’inquinamento da pesticidi è sempre rimasto sopra i limiti.

    La Provincia di Bolzano sembra fare un buon lavoro nella messa a disposizione dei dati sulla presenza di pesticidi nelle acque, ma salta all’occhio che il Veneto ha 570 punti di monitoraggio, il Friuli Venezia Giulia 239, la Provincia di Trento 74, mentre la Provincia di Bolzano ne ha solo 32. Come mai? “Il monitoraggio dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee – spiega Flavio Ruffini, direttore dell’Appa - avviene nell'ambito dell'attuazione della direttiva quadro sulle acque dell'UE, recepita in Italia con il decreto legislativo 152/2006. Il monitoraggio dei pesticidi è solo una parte di una serie di indagini biologiche, chimiche e morfologiche necessarie che confluiscono nella valutazione complessiva dello stato chimico ed ecologico delle acque. Si ragiona in termini di periodi di 6 anni e i piani di monitoraggio devono essere elaborati ed eseguiti secondo i criteri stabiliti dalla legge, che definiscono anche la progettazione della rete di monitoraggio e la frequenza dei campionamenti dei singoli punti all'interno del periodo di 6 anni. Ne consegue tra l’altro che non tutti i punti vengono monitorati ogni anno. Il numero di punti esaminati nel nostro territorio è determinato dalle valutazioni delle pressioni del nostro territorio”. (nell’infobox in fondo è possibile leggere le domande di SALTO e le risposte dell’Appa relative ai singoli punti di monitoraggio).

    Come si è visto, i valori dell’AMPA e del glifosato nella Fossa Grande di Caldaro sono ininterrottamente molto alti dal 2017. Viene da chiedersi in che modo Appa ne abbia dato comunicazione all’Istituto di ricerca Laimburg o al Comune di Caldaro e se i proprietari dei terreni sono consci di quello che accade.  “La problematica della Grande Fossa di Caldaro – spiega l’Agenzia per l’ambiente - è nota da tempo e collaboriamo con Laimburg per trovare misure efficaci per ridurne l'impatto. La Fossa grande di Caldaro si trova al centro di un'area agricola intensiva, dove vengono utilizzati pesticidi e una zona che riceve inoltre l’acqua da una serie di altri affluenti con le stessi pressioni”.

    Se è meritoria l’attività di pubblicazione dei dati online, è impossibile non notare che sull’argomento pesticidi nelle acque superficiali non vi siano comunicati stampa o conferenze stampa. “Tutti i dati da noi raccolti – spiegano i vertici dell’Appa - vengono pubblicati sul nostro sito web. Inoltre, il Ministero dell'Ambiente pubblica periodicamente, attraverso diversi canali, il rapporto nazionale sui pesticidi con i risultati delle analisi dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee di tutte le regioni”. Il fatto è che il ministero nel 2024 ha pubblicato il rapporto con i dati del 2021 e, quindi, una cadenza quadriennale non dà esattamente un’informazione tempestiva. Ma tant’è. 

  • Acque potabili

    Nel primo articolo si è poi visto che per quanto riguarda le acque potabili negli ultimi anni si è verificata l’anomalia nelle fonti di Aica idi Merano e sorgente Trattner. Che provvedimenti sono stati presi? I contadini che usano Diclorobenzamide  sono stati avvisati dal Comune di riferimento? Se sì, come mai gli inquinanti vengono rilevati ininterrottamente dal 2019? “I gestori delle condotte idropotabili e i comuni interessati - informa l'Agenzia - sono stati informati direttamente della presenza della sostanza rilevata. Inoltre, sono stati richiesti ulteriori campionamenti. Per quanto riguarda le acque derivate dalle sorgenti “Aicha”, già da tempo non vengono più immesse nella rete idropotabile. Per quanto riguarda le acque derivate dalla sorgente “Trattner”, vengono immesse in rete solo in casi di emergenza e comunque in tale caso vengono miscelate. Il diclorobenzamide non è un principio attivo, ma un prodotto di degradazione persistente del diclobenil e del fluopicolide. La sostanza attiva diclobenil non è più autorizzata. Il fluopicolide è ancora autorizzato, ma in Alto Adige non può essere utilizzato nelle zone di tutela delle acque potabili”. Eppure l’inquinante è presente ininterrottamente dal 2019.

  • In Trentino: La Fossa Grande di Caldaro diventa affluente dell'Adige a San Michele Foto: pescareintrentino.it
  • Quali misure adotta la Provincia?

    Dalla pagina internet sulla sostenibilità apprendiamo quindi che con il concetto di tutela delle acque della fossa grande di Caldaro, che attualmente non soddisfa gli obiettivi chimici ed ecologici", l’Agenzia provinciale per l’ambiente ha adottato un pacchetto di provvedimenti, che ha come obiettivo il raggiungimento dei livelli di qualità previsti nella direttiva 60/2000/CE in materia di acque. 

    Attualmente la disponibilità dell’acqua è ridotta soprattutto a causa degli innumerevoli prelievi agricoli di primavera (irrigazione antibrina) e in estate (aspersione) e le condizioni di temperatura e ossigeno possono rivelarsi a volte sfavorevoli, conducendo alla mortalità dei pesci. Immissioni diffuse di prodotti fitosanitari e sostanze nutritive provenienti dall’agricoltura – è sempre la Provincia a parlare - "ne riducono notevolmente la qualità, così come accade anche per gli scarichi degli impianti di depurazione di Termeno e Bassa Atesina Sud (Magrè)".

    Tra i provvedimenti viene annunciata l’adozione di tecniche di risparmio idrico (per esempio l’irrigazione a goccia) e l'installazione di serbatoi. "Le immissioni di prodotti fitosanitari nella fossa sono monitorate e ridotte, se non addirittura azzerate, implementando delle appropriate misure secondo il “piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”. Come abbiamo visto questa è forse un'intenzione recente, che non ha dato risultati. 

    “In particolare, le misure presso l’impianto di trattamento delle acque reflue di Termeno prevede un trattamento avanzato (c.d. quarto stadio di trattamento), utilizzando filtri a sabbia o a carbone attivo. In questo modo si ottiene una maggiore separazione dei solidi in sospensione e dei microinquinanti (pesticidi, medicinali ecc.). L’attuazione di questa misura è prevista secondo il piano per la tutela delle acque entro il 2025, e i costi stimati ammontano ad almeno 4.000.000. Ove lo spazio lo permetta, saranno ampliate le acque e sarà realizzato un nuovo habitat idrico. Gli effetti corrispondenti sull’ecologia dell’acqua, sull’habitat e sulla biodiversità saranno oggetto di indagine”. (Questo articolo cita un recentissimo studio dell'Università di Tübingen secondo cui gli additivi presenti nei detergenti, in particolare gli aminopolifosfonati (come il DTPMP), possono trasformarsi in glifosato durante il trattamento delle acque reflue).

  • I dati nazionali

    A livello nazionale, il quadro delineato dal Rapporto Nazionale Pesticidi nelle acque SNPA 41/2024 sui dati 2021 conferma che glifosato e AMPA restano le sostanze più problematiche anche nelle acque superficiali del resto d’Italia. In media, il glifosato è stato rilevato nel 50% dei punti di monitoraggio e l’AMPA addirittura nell’86%. Il problema non è tanto la presenza ma quanto il fatto che entrambe le sostanze hanno registrato superamenti degli standard di qualità ambientale (SQA) in oltre la metà delle stazioni dove sono state trovate, con valori che in alcuni casi hanno raggiunto i 0,5 microgrammi per litro (µg/L) — un microgrammo per litro equivale a un millesimo di milligrammo in un litro d’acqua.

    Lo stesso rapporto evidenzia che nel 2021 i superamenti dello SQA nelle acque superficiali hanno riguardato AMPA e glifosato per il 62% dei casi totali, seguiti da metolaclor, diuron e altri principi attivi come boscalid, terbutrina e metalaxil. Per le acque sotterranee, la presenza di pesticidi è stata riscontrata nel 22% dei punti di monitoraggio, con quattro superamenti dei limiti di legge; le sostanze più ricorrenti sono risultate metolaclor, atrazina, bentazone, terbutilazina e imidacloprid

    Nel complesso, il rapporto SNPA conferma che glifosato e AMPA costituiscono un problema diffuso a livello nazionale, non limitato alle aree di agricoltura intensiva ma esteso anche a zone di ricarica delle falde, corsi d’acqua di pianura e perfino in alcuni laghi. È un quadro che rende ancora più significativo il confronto con i valori elevati riscontrati localmente in Alto Adige, soprattutto nella Fossa di Caldaro.

    Glifosato ed AMPA Glifosato e AMPA (Fig. 4.10), sono presenti soprattutto nelle acque superficiali, dove la frequenza di ritrovamento raggiunge il massimo nel 2020 con una leggera diminuzione nel 2021. Nelle acque sotterranee si osserva il massimo della frequenza di ritrovamento nel 2016, successivamente la percentuale dei campioni con residui, oscilla dal 4% al 8%. Glifosato ed AMPA si collocano tra le sostanze più frequentemente ritrovate, con concentrazioni che determinano frequentemente la non conformità dell’SQA. Il dato restituito dal monitoraggio è coerente con i livelli di pressione ambientale correlati a tale sostanza che risulta tra le più vendute in Italia.

  • Punti di monitoraggio, cosa dice l'APPA

    Ecco una serie di domande molto dettagliate sui dati presenti nelle pagine del sito provinciale.

    Nel 2017 vengono monitorati per la prima volta il Glifosato e l’AMPA. Nel punto di monitoraggio 11197 Rio Pozzo – a monte della confluenza con il Kardatscherlahn (a monte del Lago di Caldaro) risultano per entrambi valori molto alti: glifosato a 1,42 (dato semplicemente enorme) e 0,11 di AMPA. L’anno dopo quel punto non viene più monitorato. Come mai?  

    “Come riportato sul sito il punto 11197 è stato di nuovo analizzato nel 2022 e non sono stati rilevati pesticidi. La frequenza dei controlli del punto nel periodo di sei anni è stabilita in base ai criteri del decreto legislativo152/2006.

    A un certo punto anche la 11196 Fossa di bonifica dell’Adige – a monte del depuratore di Bolzano non viene più monitorata. Come mai?

    Il codice del Mondscheingraben è 11167 ed è stato monitorato nel 2019 e sono stati rilevati dei superamenti di pesticidi. È stato di nuovo monitorato nel 2022, sono stati rilevati pesticidi, ma mai sopra il limite. Viene di nuovo monitorato quest’anno.La frequenza dei controlli del punto nel periodo di sei anni è stabilita in base ai criteri del D.lgs. 152/2006.

    Nel 2021 schizza alle stelle, addirittura a 3,57 il Tetraidroftalimmide (THPI) nel punto di monitoraggio 11189 (secondo la tabella), ma nella tabella dei punti di monitoraggio 2020 2025 non vedo un punto di monitoraggio con quel numero. Nella lista dei punti di monitoraggio fino al 2019 con quel numero  viene indicata la Fossa piccola di Caldaro a monte della confluenza.  Come si spiega un valore 35 volte sopra i limiti?

    Il punto 11189 è il punto della Fossa piccola di Caldaro. Nella tabella dei punti di monitoraggio 2020  2025 sono indicati (come spiegato nella tabella) solo i punti per i quali è previsto il controllo negli anni 2024 e 2025. Il controllo della Fossa piccola di Caldaro era previsto da programma negli anni 2021, 2022 e 2023. Il THPI è il prodotto di degradazione del Captano, un fungicida utilizzato nella coltivazione delle mele.

    Dopo un annata drammatica come quella del 2023  (oltre al glifosato molto alti altri due inquinanti) scompare anche il punto di monitoraggio 11189 (Fossa piccola di Caldaro). Come mai?

    La frequenza dei controlli del punto nel periodo di sei anni è stabilita in base ai criteri del D.lgs. 152/2006.

    Nel punto di monitoraggio 12022, il Lago di Caldaro, vengono cercati tutti gli inquinanti?

    Si, vengono analizzati anche nel lago di Caldaro tutti i principi attivi che vengono ricercati nelle acque superficiali.

    Nel 2024  nelle acque sotterranee a Brunico per due volte nel punto di monitoraggio della EW Sitz è stato rilevato il Metolaclor-esa, metabilita di un diserbante con valori che sembrano molto alti 0,22 0,14. Sui giornali si è però parlato di una fonte Kappra, della fontana della chiesa e della sospensione dell’erogazione dell’acqua potabile. La domanda è sempre la stessa. Sono stati avvisati i contadini della zona? Lo stesso metabolita era stato rilevato nelle acque sotterranee anche nel 2023 sempre nello stesso punto di monitoraggio 14002.

    Il controllo della qualità dell’acqua potabile in Alto Adige avviene in collaborazione tra i Servizi di igiene e sanità pubblica che prelevano i campioni di acqua sul territorio e i laboratori dell’Agenzia per l’ambiente e la tutela del clima che eseguono le relative analisi. In caso di superamento di un valore limite, il Servizio di igiene e sanità pubblica e il gestore dell'acquedotto adottano le misure necessarie e informano la popolazione, come è avvenuto nel caso delle sorgenti Kappra. Il punto di monitoraggio 14002 (sede EW Brunico) è un pozzo di controllo che non viene più utilizzato per l'approvvigionamento di acqua potabile. Nel 2023 il prodotto di degradazione metolaclor-ESA non era ancora incluso nel protocollo analitico del laboratorio e per questo non ci sono dati disponibili.