Il Südtirol in 25 articoli
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La decisione di cominciare a scrivere del Südtirol sul portale Salto è avvenuta un po' per caso: nello specifico, dopo che, non ricordo più come, mi è capitato tra le mani il libro di Sabine Mayr e Joachim Innerhofer intitolato «Mörderische Heimat. Verdrängte Lebensgeschichten jüdischer Familien in Bozen und Meran» (in italiano, «Quando la patria uccide. Storie ritrovate di famiglie ebraiche in Alto Adige»).
Della questione degli ebrei sudtirolesi ne avevo sentito parlare in un testo di Piero Agostini degli anni Ottanta, «Alto Adige, la convivenza rinviata»: ma si era trattato di una decina di righe in una sola pagina, troppo poche per farsi un'idea compiuta sulla questione. Il libro di Mayr e Innerhofer, invece, ha innescato una sorta di processo da cui non è stato più possibile tornare indietro e il cui esito è stato il superamento definitivo del paradigma che ha retto la narrazione vittimistica della "minoranza dominante" dal 1946 in poi.
Negli articoli mi sono occupato un po' di tutto, ma quanto ho scritto è solo la punta dell'iceberg di ciò che ho scoperto studiando materiale che di fatto è liberamente accessibile in rete a chiunque lo voglia cercare. Gli articoli sono elencati in ordine cronologico invertito: dal più recente al più vecchio, in una sorta di processo evolutivo al contrario. Non c'è un motivo specifico, semplicemente mi andava così.
Sotto determinati articoli avevo lasciato dei commenti che potevano tranquillamente essere classificati a guisa di interventi a loro stante (come nel caso de Il patto violato). Purtroppo, una cattiva gestione da parte di Salto del passaggio dal vecchio al nuovo sito ne ha causato la cancellazione di massa, facendomi perdere un vero e proprio patrimonio di idee che non è stato più possibile recuperare.
Buona lettura e buon 2025.
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«Pezo el tacón del buso»
Un proverbio veneto classico il cui significato è «la pezza è peggio del buco». E quella appena "cucita" dal CdA della società editrice di salto ci va davvero vicino.La fabbrica del potere
Sullo scontro tra media e politica declinato à la SüdtirolLa sottile linea rossa
Ovvero, quella che in Südtirol separa il nazismo "imperdonabile" dal nazismo "perdonabile".La Germania sì che ha fatto i conti
E l'Alto Adige/Südtirol? Dall’intervista a Tommaso Speccher, autore del libro già vincitore del premio “Roberto Visintin”, esempi e spunti di riflessione per una rielaborazione della storia locale.La normalizzazione del "Sudtirolo"
Versus l'incapacità della Sammelpartei di uscire dal ruolo di dominus assoluto e assumere la funzione di mediazione propria della politica modernaLa memoria selettiva
Come commemorare le vittime della Shoah e allo stesso tempo festeggiare permanentemente una nazista convinta tra le madri dell'autonomia sudtirolese.Sull'uso politico della storia
Il «progetto egemoniale e di razzismo culturale del fascismo in Africa orientale» che ha «informato le politiche genocidali della Germania nazista nell’Est europeo» come esempio di teorizzazione della paternità del fascismo sul nazismo.La potenza dello slogan
Le parole d'ordine della campagna elettorale di Forza Italia Alto Adige - Südtirol per le elezioni provinciali del 22 ottobre 2023Il voto dilettevole
Come fu che i Verdi partirono langeriani e finirono come finirono: dal partito di lotta alla legge ferrea dell’oligarchia.Un silenzio assordante
Ovvero, quello che si sente quando riguardo al raduno organizzato dalla Deutsche Burschenschaft a Lagundo non si fanno le domande che dovrebbero essere fatte.Il patto violato
L'utilizzo in ambito istituzionale/formale del parlato in dialetto sudtirolese come liberazione unilaterale dagli obblighi assunti con lo Statuto di autonomia.L'eterno ritorno dell'uguale
Può il Sudtirolo diventare uno stato? Dagli statuti dei tre maggiori partiti politici di lingua tedesca al finanziamento del libro dall'assessorato alla cultura tedesco.«Una giornata della memoria...
364 giornate dell'indifferenza. Mutazioni, manipolazioni e camuffamenti dell'antisemitismo». Il libro di Federico Steinhaus, edizioni Raetia.La retorica del bilinguismo
Il tedesco “Hochdeutsch” dello Statuto di autonomia come lingua scritta della minoranza nazionale versus il dialetto come lingua parlata della comunità sudtirolese.Camera o senato, che battano un colpo
Il disegno di legge per l'istituzione di classi bilingui in Alto Adige/Südtirol è già pronto: basterebbe solo ridepositarlo e avviare l'iter per la sua approvazione.Il mythos della scuola bilingue
Dal «Je klarer wir uns trennen, desto besser verstehen wir uns» di Anton Zelger del 1978 al «doppio “no”» di Arno Kompatscher del 2023: controstoria di una leggenda.La Giornata della Memoria perduta
La storia di una comunità che rifiuta di fare i conti con la parte nera del proprio passato.Alexander Langer e Silvius Magnago
Dalle vittime ai carnefici: storia di uno scontro sui valori.L'Alexander Langer di Francesca Melandri
Le omissioni e le minimizzazioni di EVA DORME funzionali alla narrazione del potere?Il "silenzio" degli intellettuali
L'élite culturale del gruppo etnolinguistico altoatesino: dal servilismo nei confronti della minoranza dominante sudtirolese all'arroganza come risposta al dissenso.Il "disagio" della discriminazione
Quando la manomissione dell’uso delle parole diventa funzionale alla manipolazione del linguaggio per la creazione d'una falsa rappresentazione della realtà.EVA DORME di Francesca Melandri
Quanto sarebbe ampia e in capo a chi dovrebbe ricadere la responsabilità di diffondere una conoscenza politicamente di parte della storia?Alexander Langer, di padre "giudeo"
Nel libro "Quando la patria uccide", la storia della persecuzione della parte della sua famiglia di origine ebraica.Il falso mito della proporzionale
Come un principio redatto a salvaguardia del gruppo etnico tedesco si è rivelato un sistema di compressione occupazionale a sfavore del gruppo etnico italiano.Quando la patria uccide
«Storie ritrovate di famiglie ebraiche in Alto Adige» di Sabine Mayr e Joachim Innerhofer, edizioni Raetia.
Pubblicazione nuovo…
Pubblicazione nuovo intervento.
Tutto molto interessante,…
Tutto molto interessante, grazie
Si possono accusare e…
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Antwort auf Si possono accusare e… von Evelin Grenier
Ho scritto che la colpa…
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Ich habe einige Ihrer…
Ich habe einige Ihrer Artikel gelesen und lese meistens Ihre Kommentare. Ich bin nicht immer ganz einverstanden mit dem, was Sie sagen, aber ich glaube, Sie legen den Finger in eine offene Wunde auf der Südtiroler Seite, und natürlich ruft das Empörung hervor. Aber das ist ja Dialektik.
Ein Kompliment an Sie und an Salto! Wie Churchill sagte:
“Ich missbillige, was Sie sagen, aber ich werde bis zum Tod Ihr Recht verteidigen, es zu sagen.”
Antwort auf Ich habe einige Ihrer… von richter a
Dieses schöne Zitat stammt…
Dieses schöne Zitat stammt allerdings nicht von Sir Winston Churchill, sondern von der englischen Schriftstellerin Evelyn Beatrice Hall (1868 - 1956), die unter dem Pseudonym S. G. Tallentyre schrieb. Sie hat in ihrer 1903 erschienene Biografie "The Life of Voltaire" dieses Zitat dem französischen Philosophen zugeschrieben, obwohl es wahrscheinlich von ihr selbst erfunden wurde, um Voltaire treffend zu charakterisieren. Es gilt also, in Anlehnung an ein ebenfalls fälschlicherweise Churchill zugeschriebenes Zitat: "Trau keinem Zitat, das du nicht selbst erfunden hast".
Antwort auf Ich habe einige Ihrer… von richter a
Vielen Dank, Herr Richter,…
Vielen Dank, Herr Richter, aber ich denke, ich werde mich in Zukunft auf die Artikel beschränken und Kommentare möglichst vermeiden. Es gibt immer eine Grenze, die nicht überschritten werden darf, und ein Beispiel dafür finden Sie gleich hier nach Ihrem zweiten Beitrag.
Sie schreiben, dass Sie nicht alle Artikel gelesen haben, die ich veröffentlicht habe. Ich möchte Ihnen zwei davon besonders ans Herz legen:
https://salto.bz/de/article/26112023/sulluso-politico-della-storia
https://salto.bz/de/article/07042024/la-germania-si-che-ha-fatto-i-conti
Antwort auf Vielen Dank, Herr Richter,… von Luca Marcon
Le rispondo in italiano…
Le rispondo in italiano perché lei gentilmente mi scrive in tedesco a proposito "sull uso politico della storia". Concordo pienamente con lei per quanto riguarda la valutazione delle ricercatrici Fuller e Pergher. Mi sembra una tesi "tirata per i capelli" quella di trovare l'origine della Shoah nelle politiche razziste italiane. Ma, come si suol dire, "Papier ist geduldig".
Poi, gli italiani sono europei e, come olandesi, danesi, tedeschi, inglesi, francesi, spagnoli, portoghesi e così via, abbiamo sottomesso, ucciso, martirizzato, sodomizzato e sottoposto a genocidio il 90% delle popolazioni di questo mondo.- A tal proposito, trovo molto interessante l'ultimo libro di Odifreddi.
Poi, questa è una mia riflessione personale. In Sudtirolo, spesso ma non sempre, più le famiglie sono state coinvolte con il Nationalsocialismo , più c’è un tentativo di additare anche l’italiano, spesso identificato come fascista, come corresponsabile di quella che fu una vera tragedia e di cui, in un certo senso, queste famiglie fanno parte, ma che non viene accettata.
Il commento di Pervasion, almeno questo mi pare, al suo articolo va proprio in quella direzione. Io, in ogni caso, conosco casi eclatanti. Da noi, come ebbi già modo di scrivere, certe forme di antifascismo le definirei "brauner Antifaschismus". Queste sono spesso legate più a un’italofobia (che è, a sua volta, una forma di xenofobia) piuttosto che a un reale rifiuto del fascismo inteso come supremazia di una cultura sull'altra.
Per quanto riguarda la Hofrätin Stadelmayer , le scriverò in un altro momento. Ebbi il dubbio onore (o il disonore) di fare la sua conoscenza a Vienna da studente
Antwort auf Le rispondo in italiano… von richter a
Il libro di P. Odifreddi - …
Il libro di P. Odifreddi - "C'è del marcio in occidente" - l'ho proprio finito di leggere al termine dell'anno scorso e in effetti l'ho trovato intellettualmente molto stimolante.
Mi permetto di suggerirgliene uno io: "Ascesa e declino dell'ordine neoliberale" di Gary Gerstle. È semplicemente fenomenale (da leggere soprattutto, ma non solo, la descrizione della disastrosa occupazione irakena da parte degli americani di Bush junior). Ho anche scambiato un'e-mail con l'autore, ed è sempre sorprendente constatare quando siano disponibili e alla mano questi studiosi inglesi (di quel livello, poi). Le metto il link alla fine del commento.
Per quanto concerne Viktoria Stadlmayer, il fatto di averla incontrata da studente la rende assolutamente un testimone privilegiato. Aspetto con grande interesse quanto vorrà scrivere al riguardo.
https://www.ibs.it/ascesa-declino-dell-ordine-neoliberale-libro-gary-ge…
Antwort auf Le rispondo in italiano… von richter a
Die Ursache dafür, dass der…
Die Ursache dafür, dass der verhängnisvolle Samen des nationalsozialistischen Antisemitismus in Südtirol auf einen aufnahmebereiten Boden fallen konnte, liegt vor allem im christlichen Antisemitismus, der in Tirol immer im konservativen Katholizismus latent in Form eines rein religiösen Antisemitismus vorhanden war. Im Reformkatholizismus (Christlichsoziale) ist er dann als politisches Kampfmittel gegen Sozialisten und Liberale instrumentalisiert worden. Er entwickelte dort deutliche Merkmale von Sozialneid, scheute aber auch die Gemeinschaft mit den rassistischen Schönerer-Leuten nicht. Verhängnisvoll war in Südtirol das Wirken des extrem antisemitischen Piusvereins, der in Brixen mit mehr als 600 Mitgliedern seine Tiroler Hochburg hatte. Ob man deswegen meinem Vorschlag, an die aus Brixen vertriebene jüdische Mitbürgerin Lea Pincherle zu erinnern, im Gemeinderat abgelehnt hat, weiß ich nicht. Da dürfte wohl auch eine Rolle gespielt haben, dass die Pincherle (eine Kusine von Alberto Moravia, der in ihrem Haus in Brixen seinen ersten Roman geschrieben hat) nicht von deutschen Nazis, sondern von italienischen Faschisten entrechtet wurde. Mit den Predigten der geistlichen Piusvereinsmitglieder, angeführt vom damaligen (vor dem Ersten Weltkrieg) Fürstbischof Egger, wurde der militante Antisemitismus in Südtirol tief im allgemeinen Bewusstsein verankert, so dass man den rassistischen nationalsozialistischen Antisemitismus nicht mehr als die furchtbare, im Grunde zutiefst antichristliche Brutalität erkannte oder erkennen wollte. Ich habe das in meinem Buch "Krummstab und Krummnase", mit einem sehr schönen Vorwort von Federico Steinhaus, zu schildern versucht. Zu den üblen antisemitischen Christlichsozialen zählte unter anderem auch der äußerst zwielichtige Politiker Alcide Degasperi, als Agent des nationalistischen Trientner Bischofs Endrici, gemeinsam mit dem im Dienste des italienischen Geheimdienstes stehenden Cesare Battisti, einer der Drahtzieher der "Fatti di Innsbruck". Degasperi war auch ein glühender Verehrer des Simonino von Trient.
Antwort auf Die Ursache dafür, dass der… von Hartmuth Staffler
Ich stimme dieser…
Ich stimme dieser Sachverhaltsdarstellung grundsätzlich zu, sehe aber die Schwäche in der Erklärung der Entwicklung des Antisemitismus von der kirchlichen zur nationalsozialistischen Sichtweise.
Der Übergang erfolgte durch die Hinwendung der Südtiroler zum Nationalsozialismus, die dem Wandel des Antisemitismus vom katholischen zum rassistischen Antisemitismus vorausging. Dies ist auch die These führender Forscher zu diesem Thema (sehe G. Mosse in „The Cultural Origins of the Third Reich“).
Antwort auf Ich stimme dieser… von Luca Marcon
Ich habe versucht, das zu…
Ich habe versucht, das zu erklären. Der ursprünglich rein religiös motivierte Antisemitismus in Tirol gehörte zum Selbstverständnis der konservativen Partei, er war aber nicht militant. Störend war lediglich in dem auf Glaubenseinheit bedachten Tirol die andere Konfession. Wenn ein Jude zum Katholizismus konvertierte, dann war er willkommen. Es gibt in Brixen jüdische konvertierte Familien, die im Dienste des Bischofs Karriere gemacht haben. Die etwa ab 1900 entstandene christlichsoziale Bewegung, bald darauf Partei, die im Sinne der Sozialenzyklika "Rerum novarum" (1891) von Papst Leo XIII. vor allem als Gegenmittel gegen den aufkommenden Sozialismus gedacht war, um die Arbeiterschaft nicht an die ""Sozis" zu verlieren, entwickelte sich bald zu einer Bewegung des Kleinbürgertums (heute wurde man Mittelstand sagen). Die Christlichsozialen, angefangen von Vogelsang und dann Lueger in Wien (wo sich der in Trient durch ebenso nationalistischen wie antisemitischen Bischof Endrici bereits entsprechend vorbereitete Degasperi in diesem Milieu wohlfühlte), benutzten den vorhandenen Antisemitismus, den sie nach Kräften förderten, z. B. über den zitierten Piusverein, um politische Gegner, Liberale ebenso wie Sozialisten, als "verjudet" zu verleumden. In ihrem politischen Kampf schlossen die Christlichsozialen ohne irgendwelche Berührungsängste auch Bündnisse mit den rassistischen antisemitischen Alldeutschen und machten so den rassistischen Antisemitismus mit dem Segen der Kirche auch in Südtirol salonfähig. Bischof Franz Egger bezeichnete bei einer Versammlung des Piusvereins in Brixen die jüdische Presse als einen vergifteten Brunnen, der ausgeschöpft werden müsse. Der Bezug auf die Brunnenvergifter-Legenden des Mittelalters ist deutlich. Als nach dem Ersten Weltkrieg die faschistische Unterdrückung in Südtirol immer unerträglicher wurde und sich Widerstand formierte, dann setzten viele Südtiroler ihre Hoffnung auf den Nationalsozialismus und sahen in dessen brrutalen Atisemitismus kein Problem, weil sie ja vom christlichsozialen Antisemitismus entsprechend vorbereitet waren. Ich halte daher nichts von der These, dass der Südtiroler Antisemitismus durch den Nationalsozialismus rassistisch wurde. Vielmehr wurden die Südtiroler durch den Faschismus in den Nationalsozialismus gedrängt, und sie akzeptierten den rassistischen Antisemitismus, weil sie durch die Kirche darauf vorbereitet waren.
Antwort auf Ich habe versucht, das zu… von Hartmuth Staffler
Sobald ich die Zeit finde,…
Sobald ich die Zeit finde, werde ich einen eigenen Artikel über diese meine These (eigentlich nicht nur meine) schreiben, denn in ihr liegt einer der Schlüssel zur Entschlüsselung des Bekenntnisses der Südtiroler zum Nationalsozialismus.
Antwort auf Sobald ich die Zeit finde,… von Luca Marcon
Zitat: “Bekenntnisses der…
Zitat: “Bekenntnisses der Südtiroler zum Nationalsozialismus”:
es wäre korrekt (und insofern ist Ihre Ausdrucksweise zutiefst unkorrekt), wenn Sie von derart unzulässigen (wenn auch von Ihnen geliebten) Pauschalierungen Abstand nehmen würden.
Ich bin Südtiroler und von mir gibt es kein Bekenntnis zum Nationalsozialismus - indofern ist Ihre Unterstellung ein Fake.
Ich beschuldige auch nicht ‘die Italiener’ zum Bekenntnis des Faschismus, weil einige, auch hochrangige Politiker, heute Mussolini verherrlichen und die Hand öffentlich zum saluto romano heben, ein Umstand, den Sie in allen Diskussionen fleißig überlesen und ignorieren, so meine ich.
Antwort auf Sobald ich die Zeit finde,… von Luca Marcon
Der Schlüssel zur…
Der Schlüssel zur Entschlüsselung des Bekenntnisses der Südtiroler zum Nationalsozialismus ist sehr einfach, er heißt Faschismus. Allerdings muss man auch festhalten, dass bei weitem nicht alle Südtiroler sich dem Nationalsozialismus zugewandt haben. Es hat auch Südtiroler gegeben (um Glück nicht sehr viele), die überzeugte Faschisten wurden und sich an den Kriegsverbrechen in Abessinien oder in Spanien mit voller Überzeugung beteiligt haben. Das ist bis heute ein Tabu. Und es hat, Ehre sei ihnen, Südtiroler gegeben, die sich gegen Faschismus und Nationalsozialismus gewehrt haben, weil diese menschenverachtenden Ideologien unserer Tiroler Tradition widersprechen. Die Widerständler gegen Faschismus und Nationalsozialismus sind zwar nach dem Zweiten Weltkrieg von der italienischen Staatsmacht, die in im Wesen faschistisch geblieben ist, brutal verfolgt und auch von den Partisanen nicht verteidigt, sondern verleumdet worden, aber das kann ihrer Ehre keinen Abbruch tun. Mein hochverehrter Kollege Egartner, ein verdienter Widerständler gegen Faschismus und Nationalsozialismus, musste sogar ins Gefängnis, weil er Kontakte ins Ausland (zu Widerstandsgruppen in Österreich) hatte.
Antwort auf Der Schlüssel zur… von Hartmuth Staffler
Herr Staffler hat den…
Herr Staffler hat den Schlüssel bravourös umgedreht.
Danke für die…
Danke für die Richtigstellung
Herr Marcon machen Sie bitte so weiter! Salto wäre ohne Ihre Kommentare sicher viel langweiliger. Das gilt auch für Herrn Staffler.
Kümmern Sie sich nicht um die verschiedenen Herren, die am Ende unqualifizierte Antworten geben. Auf jeden Fall gilt: Je vehementer die Reaktionen, desto tiefer haben Sie den Finger in die offene Wunde des braunen und schwarzen Südtirols gelegt
Antwort auf Danke für die… von richter a
Das habe ich auch lange so…
Das habe ich auch lange so gesehen. Tatsächlich aber, kann auch eine nicht zutreffende (weil einseitige oder parteiische u.a.) Beschuldigung/Verdächtigung vehemente Reaktionen hervorrufen.
Incitamento all'odio
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Antwort auf Incitamento all'odio von Evelin Grenier
Verso una collettività
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Molto interessante l…
Molto interessante l'articolo su "Eva dorme", praticamente l'unico romanzo su tema locale che venga proposto anche nelle scuole, dove la storia viene raccontata in modo assolutamente superficiale e non molto corretto. Ma nulla è casuale.
Antwort auf Molto interessante l… von Simonetta Lucchi
No, nulla è casuale: https:…
No, nulla è casuale:
https://salto.bz/en/article/03012025/nachdenken-und-auskunft-geben
Irgenwie ist man gelangweilt…
Irgenwie ist man gelangweilt, wenn sich zwei Pseudonyme wegen ihres Intellekts und ähnlicher Sichtweise gegensetig beweihräuchern.... @Marcon, richter
PS: Höchste Zeit, dass der Franceschini wieder auf Salto.bz schreibt.
Antwort auf Irgenwie ist man gelangweilt… von Elisabeth Garber
Frau Garber, es tut mir leid…
Frau Garber, es tut mir leid, wenn ich Sie langweile. Bitte warten Sie jedoch nicht auf Herrn Franceschini. Schreiben Sie selbst etwas Intelligentes und Interessantes. Aber bitte wenn möglich nichts braunes antifaschistisch. Vielen Dank.
Antwort auf Frau Garber, es tut mir leid… von richter a
Elisabeth Garber könnte ja…
Elisabeth Garber könnte ja auch ein Pseudonym sein... Ich könnte mich ja als Elisabetta Garba anmelden, würde nett klingen.
Da steig' ich ihnen nicht…
Da steig' ich ihnen nicht ein - sondern drüber. :-)