Politik | Tifoserie

Tra la A e la Z

Sono stati sette giorni intensi per l'Alto Adige Südtirol. Dopo le scene da stadio delle tifoserie opposte resta come sempre il lavoro certosino del vivere insieme, che ha bisogno di strumenti concreti per un Miteinander ancora tutto da realizzare.
  • Si chiude una settimana intensa per la nostra piccola terra. Negli ultimi sette giorni il nostro faticoso laboratorio del vivere insieme - chi miteinander, chi nebeneinander, chi ohneeinander - si è trasformato in una specie di stadio, dove, a intervalli regolari, si sono giocate quasi quotidianamente partite che hanno scatenano agguerrite tifoserie locali e nazionali. Il fischio di inizio era stato dato da Corrado Augias con una litania di stereotipi sulla nostra realtà (ma ancora? Nel 2025?) - una partita chiusa però velocemente e con stile da una lettera del Landeshauptmann, che aveva rispedito all’anziano mittente la pagella di italianità presentata a Jannik Sinner (e famiglia!), dicendosi fra le altre cose preoccupato di vedere che “ancora oggi non siamo paghi dell’insegnamento che il concetto del popolo unico, di una monolitica identità nazionale è ciò che ha contribuito in primo luogo al disastro della prima metà del secolo scorso.”

    Ma proprio quando pensavamo di poter tornare indisturbati alle fatiche del vivere insieme, confortati dalle sagge parole di Kompatscher, ecco che Katharina Zeller scivola sulla buccia di uno dei simboli per eccellenza. Noi lavoratori pazienti del Miteinander soffriamo (et tu, Katharina?), ma accettiamo spiegazioni complicate e scuse sincere. Il momento fornisce però linfa vitale alla tifoseria avversa, che rientra in campo, ringalluzzita anche da rinforzi nazionali che trovano la massima espressione in un post grondante di retorica di Io sono Giorgia! Meloni. Ci rassegniamo ai tempi supplementari, dopo che già quelli regolari ci avevano sfinito. Ci aiuta però forse un po’ di sana Realpolitik - la necessità di formare la giunta a Bolzano e di portare a casa la riforma dell’autonomia impone autocontrollo ai vertici SVP. Segue un ultimo passaggio di scuse alla tv nazionale della sindaca ormai più famosa d’Italia, che, a sua volta, incassa le scuse di un Bonelli che, punto anche lui nell’orgoglio tricolore, aveva, come un fratello qualunque, invocato l’intervento del ministro dell’interno

  • Foto: Screenshot
  • Tra la A e la Z rimaniamo noi, le tante api operaie della convivenza, tante o poche non si sa bene,  perché siamo dappertutto in tutti i gruppi linguistici e in tutto il Land ma non urliamo, un po’ frastornate anche se ormai abituate a queste tempeste regolari, ma arci-stufe degli hooligan dei due schieramenti, del Parlate italiano che siete in Italiaaaa! e del Süd-Tirol ist nicht Italien!!! Possiamo solo sbirciare ora dalle nostre postazioni, speranzose che anche questa tempesta social-mediatica sia passata, e di poter tornare allo sforzo quotidiano e difficile dello stare insieme - che  è un’arte, un Handwerk quotidiano fatto di simboli ma soprattutto di azioni concrete come scrivono Aldo Mazza e Lucio Giudiceandrea. Lo sappiamo bene a SALTO, dove lavorare e informare miteinander è una scelta consapevole che richiede uno scambio continuo - di idee, di punti di vista, di riconoscimento degli altri.

    E di queste azioni ne vorremmo vedere un po’ di più da parte di chi ci governa - da coloro  che lo fanno ininterrottamente dal dopoguerra e da quelli che lo fanno da meno, e che ora si apprestano a prendere in mano le redini del capoluogo. Va bene invocare ormai all’unisono ‘la migliore autonomia del mondo,’ ma anche questo lo abbiamo sentito abbastanza: abbiamo bisogno di strumenti concreti affinché il nostro Handwerk abbia effetto - dall’educazione ai mezzi di informazione al tempo libero...  Partiamo da almeno uno di questi cantieri? È ironico, o forse indicativo dell'assurdità della querelle, che sia proprio Merano a portare in sé la promessa di qualcosa di nuovo, che solo con politiche nuove (si può intravedere un'apertura SVP sugli asili bilingui approvati dal precedente consiglio comunale?) può dare frutti: sui fatti e non solo sui simboli si giocherà il cambiamento promesso dalla Merano Coraggiosa.

    Quanto saremmo più pronti oggi ad affrontare tempeste simili se, perlomeno dal secondo statuto in poi, avessimo avuto a disposizione più strumenti a sostenere più volontà e più determinazione nell’incontrarci?

    Questi strumenti sono ancora più rilevanti oggi, perché questi non sono tempi normali. Tra la A e la Z ci sono la C di CasaPound e la R di remigrazione e tutte le altre lettere dell'alfabeto degli estrimismi. Il risveglio del nazionalismo a livello globale sta mostrando il volto più autoritario e nefasto negli Stati Uniti, ma sta attraversando velocemente l’Europa, ed è ormai arrivato anche qui - nel governo italiano e nella scena politica locale. Le tifoserie si possono trasformare molto velocemente in qualcosa di molto più pericoloso. Le abbiamo già viste all’opera dalle nostre parti. Il nostro Handwerk des Zusammenlebens diventa ancora più importante e significativo per poterle fermare e impedire di diventare di nuovo tragicamente un campo, non più di gioco, per gli opposti estremismi. Siamo ancora in tempo per fermare un disastro nella prima metà del nostro secolo, ma ci vogliono azioni e non parole.

Bild
Profil für Benutzer Martin Piger
Martin Piger Fr., 23.05.2025 - 21:35

Cara signora Nardin, trovo sbagliato paragonare la nostra situazione ad una situazione di tifo, come ad una partita di calcio. La posta in palio è molto più importante e non si presta a paragoni scherzosi. Ma vedo che per tanti italiani la vittoria nel 1918 sembra proprio essere questo. "Abbiamo vinto ed è naturale che da campioni ci godiamo la vittoria e voi, perdenti, dovete subire le conseguenze", come fosse solamente una partita di calcio e non si trattasse di una delle cose più importanti per un popolo: poter scegliere dove stare. Non serve essere simpatizzante di STF per capire che a noi Sudtirolesi da più di cento anni viene negata questa possibilità. Al contrario, veniamo continuamente esortati a unirci ai festeggiamenti per l'unità dell'Italia, perchè l'unione d'Italia abbia portato tra l'altro sopratutto libertà. Lei può capire che così subiamo un continuo lavaggio del cervello, la richiesta di festeggiare di continuo la distruzione della nostra Heimat del Tirolo e il distaccamento dal nostro cerchio linguistico/culturale. Come Lei ha scritto: Südtirol ist Italien (su livello amministrativo) e ciò ci compromette non poco lo sviluppo, imprigionati nelle leggi italiane. Qui non c'è autonomia che tenga. Purtroppo qua il riverito sig. Kompatscher è troppo ottimista sulle possibilità dell'autonomia. E bisogna anche pur dirlo una volta anche agli italiani; che lo sanno già ma preferiscono a credere ai miti creati fra di loro non volendo vedere l'effetto che questi hanno sui loro vicini (tipo: vogliamo la convivenza con te ma non ci interessa il dolore che ti arreco nel cuore). La Grande guerra, la prima guerra mondiale, per quanto riguarda Italia e Südtirol non è il compimento dell'unione dell'Italia ma la perdita dell'innocenza del Risorgimento, perchè era il tradimento degli ideali del Risorgimento, solamente una truce e fredda guerra coloniale di aggressione. Periodicamente noi sudtirolesi siamo chiamati a subire violenze pesantissime per dei non errori sopratutto perchè il nostro essere tirolesi spesso viene visto come offesa agli italiani. Queste violenze verbali sui social, sui giornali, nelle trasmissioni, esternati da politici nazionali importanti hanno un'effetto devastante nelle nostre menti.È un percorso molto pesante. Ed io all'età di 63 anni divento sempre più stanco di questo.
Per ultimo voglio dire che le gabbie etniche esitono realmente, ma non quelle di Langer. Sono quelle che gli italiani nazionalisti costruiscono intorno al loro cuore. Sono gabbie dure ed impenetrabili. Freddi a non voler ascoltare la storia ed i sentimenti del loro vicino, solamente intenti a esaltare la gloria del tricolore e della storia dell'Italia e mettono questo pure sopra la dignità ed i diritti umani. In questo modo infangano il decoro del tricolore molto più di quanto lo potesse fare la nuova sindaca di Merano che, vedendo il video a distanza e a mente fredda neanche ha fatto uno sbaglio.

Fr., 23.05.2025 - 21:35 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Martin Piger
Martin Piger Sa., 24.05.2025 - 07:57

Antwort auf von Manfred Klotz

Also, Sie glauben, Herr Klotz, wenn Frau Zeller (stellvertretend für alle Südtiroler, die sich nicht zum Italien-Hampelmann umfunktionieren lassen wollen) zum wiederholten Mal aufgefordert wird, nach Österreich auszuwandern und immer wieder die Geschichte vom italienischen Geld, das wir nähmen, aber Italien hassen würden, hervorgezogen wird, usw., dass bei alldem die (gewollte) Unkenntnis der Geschichte und das konsequente Ignorieren der Gefühle der anderen von Seiten vieler Italiener nicht eigentliches Thema, weil Ursache dieser ständigen Entgleisungen, sein sollte?

Sa., 24.05.2025 - 07:57 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Romano Ciurcentaler
Romano Ciurcentaler Sa., 24.05.2025 - 00:35

Abbiamo vinto tutti chi la guerra e chi la pace : l'autonomia ( in questa forma amplissima al limite dell'apartheid) non era per nulla scontata , se l'Italia avesse voluto risolvere alla francese la questione atesina l'avrebbe fatto in poco tempo trasferendo fino alla saturazione centinaia di migliaia di prolifici meridionali con buona scorta militare insediandoli a costruire case e fabbriche . Non è stato fatto perché non è nella nostra natura e perché non si considera straniero un Italiano di frontiera che parla dialetto bavarese . Che si parli tedesco non è una stranezza , Napoli e Ancona parlavano greco fino alla tarda classicità e non per questo erano greci . Una nazione antichissima come la nostra con una storia straordinaria , una nazione madre di altre nazioni e di continenti interi è abituata a governare queste sfumature e queste particolarità da millenni . La polemica giornalistica è altra cosa , è feroce lotta politica: Augias ha scritto quel che ha scritto dopo aver saputo che Sinner ha rifiutato l'invito al Quirinale ma non la partita a burraco , durata alcune ore , a casa di Giorgia Meloni. Detto questo quando il Presidente chiama si battono i tacchi e si va , anche in sedia a rotelle. L'avrei fatto io che delle opinioni politiche di Mattarella non condivido quasi nulla ma il Presidente come il Tricolore rappresenta lo Stato , sono cose sacre.

Sa., 24.05.2025 - 00:35 Permalink
Bild
Profil für Benutzer Evelin Grenier
Evelin Grenier Sa., 24.05.2025 - 02:13

Signora Nardin,
L'unico modello di convivenza possibile è stato perfettamente illustrato dalla coppia Dal Medico/Zeller. Lui la obbliga a fare ciò che non vuole, e lei, umiliata, l'unica cosa che può fare, è chiedere scusa.

Signora Nardin, Voi non avete ancora capito che per chiedere una convivenza, ci deve essere prima di tutto un bel rapporto.

Un rapporto non può funzionare senza il rispetto, che da parte italiana manca, sotto molti aspetti.

Sa., 24.05.2025 - 02:13 Permalink