Gesellschaft | Potere e narrazione

Il Südtirol in 25 articoli

Due anni di pubblicazioni sul portale giornalistico Salto: un viaggio alla scoperta di omissioni, manipolazioni e falsità della minoranza dominante nella storia locale.
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.
25 articoli su salto
Foto: Luca Marcon
  • La decisione di cominciare a scrivere del Südtirol sul portale Salto è avvenuta un po' per caso: nello specifico, dopo che, non ricordo più come, mi è capitato tra le mani il libro di Sabine Mayr e Joachim Innerhofer intitolato «Mörderische Heimat. Verdrängte Lebensgeschichten jüdischer Familien in Bozen und Meran» (in italiano, «Quando la patria uccide. Storie ritrovate di famiglie ebraiche in Alto Adige»).

    Della questione degli ebrei sudtirolesi ne avevo sentito parlare in un testo di Piero Agostini degli anni Ottanta, «Alto Adige, la convivenza rinviata»: ma si era trattato di una decina di righe in una sola pagina, troppo poche per farsi un'idea compiuta sulla questione. Il libro di Mayr e Innerhofer, invece, ha innescato una sorta di processo da cui non è stato più possibile tornare indietro e il cui esito è stato il superamento definitivo del paradigma che ha retto la narrazione vittimistica della "minoranza dominante" dal 1946 in poi.

    Negli articoli mi sono occupato un po' di tutto, ma quanto ho scritto è solo la punta dell'iceberg di ciò che ho scoperto studiando materiale che di fatto è liberamente accessibile in rete a chiunque lo voglia cercare. Gli articoli sono elencati in ordine cronologico invertito: dal più recente al più vecchio, in una sorta di processo evolutivo al contrario. Non c'è un motivo specifico, semplicemente mi andava così.

    Sotto determinati articoli avevo lasciato dei commenti che potevano tranquillamente essere classificati a guisa di interventi a loro stante (come nel caso de Il patto violato). Purtroppo, una cattiva gestione da parte di Salto del passaggio dal vecchio al nuovo sito ne ha causato la cancellazione di massa, facendomi perdere un vero e proprio patrimonio di idee che non è stato più possibile recuperare.

    Buona lettura e buon 2025.

    * * * * * * * * * * * * 

    «Pezo el tacón del buso»
    Un proverbio veneto classico il cui significato è «la pezza è peggio del buco». E quella appena "cucita" dal CdA della società editrice di salto ci va davvero vicino.

    La fabbrica del potere
    Sullo scontro tra media e politica declinato à la Südtirol

    La sottile linea rossa
    Ovvero, quella che in Südtirol separa il nazismo "imperdonabile" dal nazismo "perdonabile".

    La Germania sì che ha fatto i conti
    E l'Alto Adige/Südtirol? Dall’intervista a Tommaso Speccher, autore del libro già vincitore del premio “Roberto Visintin”, esempi e spunti di riflessione per una rielaborazione della storia locale.

    La normalizzazione del "Sudtirolo"
    Versus l'incapacità della Sammelpartei di uscire dal ruolo di dominus assoluto e assumere la funzione di mediazione propria della politica moderna

    La memoria selettiva
    Come commemorare le vittime della Shoah e allo stesso tempo festeggiare permanentemente una nazista convinta tra le madri dell'autonomia sudtirolese.

    Sull'uso politico della storia
    Il «progetto egemoniale e di razzismo culturale del fascismo in Africa orientale» che ha «informato le politiche genocidali della Germania nazista nell’Est europeo» come esempio di teorizzazione della paternità del fascismo sul nazismo.

    La potenza dello slogan
    Le parole d'ordine della campagna elettorale di Forza Italia Alto Adige - Südtirol per le elezioni provinciali del 22 ottobre 2023

    Il voto dilettevole
    Come fu che i Verdi partirono langeriani e finirono come finirono: dal partito di lotta alla legge ferrea dell’oligarchia.

    Un silenzio assordante
    Ovvero, quello che si sente quando riguardo al raduno organizzato dalla Deutsche Burschenschaft a Lagundo non si fanno le domande che dovrebbero essere fatte.

    Il patto violato
    L'utilizzo in ambito istituzionale/formale del parlato in dialetto sudtirolese come liberazione unilaterale dagli obblighi assunti con lo Statuto di autonomia.

    L'eterno ritorno dell'uguale
    Può il Sudtirolo diventare uno stato? Dagli statuti dei tre maggiori partiti politici di lingua tedesca al finanziamento del libro dall'assessorato alla cultura tedesco.

    «Una giornata della memoria...
    364 giornate dell'indifferenza. Mutazioni, manipolazioni e camuffamenti dell'antisemitismo». Il libro di Federico Steinhaus, edizioni Raetia.

    La retorica del bilinguismo
    Il tedesco “Hochdeutsch” dello Statuto di autonomia come lingua scritta della minoranza nazionale versus il dialetto come lingua parlata della comunità sudtirolese.

    Camera o senato, che battano un colpo
    Il disegno di legge per l'istituzione di classi bilingui in Alto Adige/Südtirol è già pronto: basterebbe solo ridepositarlo e avviare l'iter per la sua approvazione.

    Il mythos della scuola bilingue
    Dal «Je klarer wir uns trennen, desto besser verstehen wir uns» di Anton Zelger del 1978 al «doppio “no”» di Arno Kompatscher del 2023: controstoria di una leggenda.

    La Giornata della Memoria perduta
    La storia di una comunità che rifiuta di fare i conti con la parte nera del proprio passato.

    Alexander Langer e Silvius Magnago
    Dalle vittime ai carnefici: storia di uno scontro sui valori.

    L'Alexander Langer di Francesca Melandri
    Le omissioni e le minimizzazioni di EVA DORME funzionali alla narrazione del potere?

    Il "silenzio" degli intellettuali
    L'élite culturale del gruppo etnolinguistico altoatesino: dal servilismo nei confronti della minoranza dominante sudtirolese all'arroganza come risposta al dissenso.

    Il "disagio" della discriminazione
    Quando la manomissione dell’uso delle parole diventa funzionale alla manipolazione del linguaggio per la creazione d'una falsa rappresentazione della realtà.

    EVA DORME di Francesca Melandri
    Quanto sarebbe ampia e in capo a chi dovrebbe ricadere la responsabilità di diffondere una conoscenza politicamente di parte della storia?

    Alexander Langer, di padre "giudeo"
    Nel libro "Quando la patria uccide", la storia della persecuzione della parte della sua famiglia di origine ebraica.

    Il falso mito della proporzionale
    Come un principio redatto a salvaguardia del gruppo etnico tedesco si è rivelato un sistema di compressione occupazionale a sfavore del gruppo etnico italiano.

    Quando la patria uccide
    «Storie ritrovate di famiglie ebraiche in Alto Adige» di Sabine Mayr e Joachim Innerhofer, edizioni Raetia.

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Simonetta Lucchi Sa., 04.01.2025 - 09:50

Molto interessante l'articolo su "Eva dorme", praticamente l'unico romanzo su tema locale che venga proposto anche nelle scuole, dove la storia viene raccontata in modo assolutamente superficiale e non molto corretto. Ma nulla è casuale.

Sa., 04.01.2025 - 09:50 Permalink
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Elisabeth Garber So., 05.01.2025 - 15:04

Irgenwie ist man gelangweilt, wenn sich zwei Pseudonyme wegen ihres Intellekts und ähnlicher Sichtweise gegensetig beweihräuchern.... @Marcon, richter
PS: Höchste Zeit, dass der Franceschini wieder auf Salto.bz schreibt.

So., 05.01.2025 - 15:04 Permalink
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Luca Marcon Di., 07.01.2025 - 17:26

Was in Österreich geschieht, ist ein Teil des Beweises dafür, dass, wenn man sich der Vergangenheit nicht stellt, die Vergangenheit früher oder später ihre Rechnung präsentiert.
Ich habe schon mehrmals über die Opferthese geschrieben, mit der sich Österreich von seiner Verantwortung für den Nationalsozialismus reinwaschen will (eine Theorie, mit der sich auch die Südtiroler Eliten - auf klare Anweisung Österreichs - der Aufarbeitung des eigenen Nationalsozialismus entzieht: In den Kommentaren zu diesem Artikel wurde die klassische Leugnungsthese, die Südtiroler seien erst als Reaktion auf den Faschismus zu Nazis geworden, wieder einmal in Frage gestellt).
Die Opferthese wird – da sie im kollektiven Gedächtnis die Verleugnung und das Verdrängen der österreichischen Mittäterschaft an den Untaten der Nationalsozialisten bewirkte – auch als „Lebenslüge“ der Zweiten Republik bezeichnet (Wikipedia.de).
Solange diese fundamentale Lüge fortbesteht, wird es Österreich immer unmöglich sein, sich von der neuen progressiven transnazistischen Radikalisierung zu befreien.
Aus geopolitischer Sicht kann man daher nicht umhin, daran zu erinnern, dass die politische Struktur Deutschlands und Österreichs in der Nachkriegszeit bis in die 80er Jahre hinein von der fehlenden Entnazifizierung profitierte, die von den Amerikanern in antikommunistischer Absicht zugelassen wurde (der Kalte Krieg). Aber das ist so bekannt, dass es eigentlich keiner Erwähnung bedarf.
(Weitere Informationen finden Sie in meinem Interview mit Tommaso Speccher)
https://salto.bz/de/article/07042024/la-germania-si-che-ha-fatto-i-conti

Di., 07.01.2025 - 17:26 Permalink
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Luca Marcon Mi., 08.01.2025 - 22:16

Gestern habe ich in diesem Beitrag
https://salto.bz/en/article/06012025/ovp-will-kickl-als-kanzler-akzepti…
einen Kommentar mit einem Link zu einem Artikel im Standard über den neuen österreichischen Ratspräsidenten (siehe unten).
https://www.derstandard.at/story/3000000241923/ein-nationalsozialist-al…
In diesem Artikel wird berichtet, dass sich unter den „Helden“ von Walter Rosenkranz - so heißt der Präsident in der FPÖ - auch ein gewisser Srbik befindet (so Der Standard):
«Auf Rosenkranz‘ Liste finden sich neben Stich der vehemente Antisemit Heinrich Srbik, Präsident der Österreichischen Akademie der Wissenschaften»
Interessant - aber für mich absolut nicht überraschend - ist, dass dieser Herr Srbik eine Lieblingsschülerin hatte, die Viktoria Stadlmayer heißt: Ja, genau, die alte Nazi-Kämpferin, die später zur „Heldin“ der Südtiroler Autonomie avancierte, wurde auf der Piazza Magnago in Bozen gefeiert, ohne dass sich irgendjemand - außer mir und ein paar anderen - auch nur im Geringsten geschämt hätte.
Um Himmels willen: Jeder hat das Recht, die Idole zu wählen, an die er glaubt. Aber jeder hat auch das Recht, über sie zu urteilen. Und Nazi-Idole an der Wand zu haben, ist weder für Österreich noch für Südtirol gut. Ich würde sagen, da muss man sich einig sein, unabhängig von ethnischen Primaten.
(Meine Beiträge zu dieser Dame finden Sie unten:)
https://salto.bz/de/article/27012024/la-memoria-selettiva
https://salto.bz/de/article/26112023/sulluso-politico-della-storia
https://salto.bz/de/article/07042024/la-germania-si-che-ha-fatto-i-conti

Mi., 08.01.2025 - 22:16 Permalink
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Peter Gasser Do., 09.01.2025 - 08:51

Antwort auf von Luca Marcon

Es sind immer Menschen (Individuen), die handeln, insofern liegt das Problem bei den einzelnen Menschen, so habe ich es gelernt.

Zu diesem Zitat: “Und Nazi-Idole an der Wand zu haben, ist weder für Österreich noch für Südtirol gut. Ich würde sagen, da muss man sich einig sein, unabhängig von ethnischen Primaten”: und einig sein muss man sich jenseits ethnischer Verurteilungen, dass dies für alle gilt, zur Zeit und aktueller Anlässe besonders für den italienischen Kulturkreis.

Do., 09.01.2025 - 08:51 Permalink
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Evelin Grenier Do., 09.01.2025 - 10:06

Sig. Marcon, ho scritto quella frase breve perché sapevo che il messaggio sarebbe stato cancellato, ma visto che le interessa, gliela spiego.

Quello che Lei usa nei suoi articoli è un meccanismo conosciuto e usato anche in altri paesi, in cui rappresentanti di una nazione dominante (nel nostro caso : la nazione italiana - titolare dello stato) creano dei narrativi negativi sul conto della nazione subordinata (sudtirolese). Si parte da una base che costituisce un fatto vero ed inopinabile e ci si ricama sopra. Quindi, nel nostro caso, partendo dal fatto accertato del collaborazionismo con il regime nazista, lei ci ricama sopra, aggiungendo cose che non corrispondono alla realtà. In poche parole : che anche l'autonomia che il Sudtrolo ha ottenuto sia anch'essa di stampo nazista. Di conseguenza vengono etichettati come "nazisti" tutti le altri componenti che mirano a tutelare la cultura e la lingua. Sempre in questo contesto, come "nazisti" vengono passati anche i comportamenti per tutelare la scuola e via dicendo.

Questo è un narrativo molto usato per generare e alimentare sentimenti negativi (disprezzo, antipatia etc) nei confronti del popolo sudtirolese e dell'autonomia che mira alla tutela della sua cultura.
Ma la realtà è che l'autonomia permette allo stesso tempo il rispetto e la promozione anche di altre culture, inclusa quella italiana. E non è discriminante per nessuno.

Tornando al reato di collaborazionismo col regime nazista, ovviamente è necessario che ogni popolo riconosca le proprie responsabilità attraverso l'elaborazione.
Ma da un punto di vista morale, questo processo funziona ed ha un significato profondo soltanto o soprattutto se parte dall'interno. Ossia, se è il diretto responsabile a sentire il bisogno di elaborare, chiedere scusa o intraprendere altre azioni che riconfermano e sigillano la volontà di non ripetere più un crimine. Non può funzionare se imposto in maniera pretestuosa dall'alto.

Do., 09.01.2025 - 10:06 Permalink
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Peter Gasser Do., 09.01.2025 - 13:39

Antwort auf von Evelin Grenier

Zitat: “Quello che Lei usa nei suoi articoli è un meccanismo conosciuto e usato anche in altri paesi, in cui rappresentanti di una nazione dominante (nel nostro caso : la nazione italiana - titolare dello stato) creano dei narrativi negativi sul conto della nazione subordinata (sudtirolese). Si parte da una base che costituisce un fatto vero ed inopinabile e ci si ricama sopra. Quindi, nel nostro caso, partendo dal fatto accertato del collaborazionismo con il regime nazista, lei ci ricama sopra, aggiungendo cose che non corrispondono alla realtà. In poche parole : che anche l'autonomia che il Sudtrolo ha ottenuto sia anch'essa di stampo nazista. Di conseguenza vengono etichettati come "nazisti" tutti le altri componenti che mirano a tutelare la cultura e la lingua. Sempre in questo contesto, come "nazisti" vengono passati anche i comportamenti per tutelare la scuola e via dicendo.
Questo è un narrativo molto usato per generare e alimentare sentimenti negativi (disprezzo, antipatia etc) nei confronti del popolo sudtirolese e dell'autonomia che mira alla tutela della sua cultura”:

ich teile diese Worte, so ähnlich hatte ich dies auch schon formuliert.

Do., 09.01.2025 - 13:39 Permalink
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Profil für Benutzer Evelin Grenier
Evelin Grenier Do., 09.01.2025 - 10:51

minoranza dominante

Lei usa questo termine nel sottotitolo che non può che riferirsi alla comunità italiana, in quanto numericamente minore, ma, dal punto di vista del potere istituzionale e narrativo, più forte e dominante.

Do., 09.01.2025 - 10:51 Permalink
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Profil für Benutzer Elisabeth Garber
Elisabeth Garber Do., 09.01.2025 - 14:17

Ich war eigentlich der Meinung, dass L M und a richter sich (aufgrund von ,,Unhöflichkeiten, unintelligenten Wortmeldungen und/oder brauner Gesinnung" einiger User_innen = mehr oder weniger so Wortlaut der beiden Historiker/Autodidakten/siehe Kommentare Seite 1) zum Thema mangelnde Vergangenheitsaufarbeitung (NS-Zeit) und ethnische Ungerechtigkeiten (Jetzt-Zeit) Südtirols privat austauschen wollten.

Do., 09.01.2025 - 14:17 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Do., 09.01.2025 - 15:10

Antwort auf von Elisabeth Garber

Wäre schade, wenn dem so wäre. Ich lese beide gerne, damit ich in meiner Überzeugung bestärkt werde, dass sogenannte "Idole" die Menschen brauchen, aber die Menschen keine sogenannten "Idole".
Und ich glaube auch nicht, dass das lange gut gehen würde, wer kritisiert schon gerne und laut, wenn es keine Leser gibt, die auch mal "unhöflich, unintelligent, usw," antworten.

Do., 09.01.2025 - 15:10 Permalink
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Luca Marcon Fr., 10.01.2025 - 08:23

Signora, signor o chiunque si possa nascondere dietro allo pseudonimo "Grenier": delle reali motivazioni dei suoi comportamenti - leggi interventi/commenti sul portale salto (compresi i "trucchetti" da lei appena ammessi e dichiarati come espressione di volontà propria) - non ho mai avuto il minimo dubbio.
Naturalmente, tutto ciò che lei mi imputa è falso: è falso che io usi dei meccanismi per creare dei «narrativi negativi» come è falso che io ci ricami sopra, ecc. E meno che mai mi sognerei di etichettare come nazisti (le correzioni del testo che segue sono mie) «tutte le altre componenti che mirano a tutelare la cultura e la lingua». D'altronde, per averne prova o semplicemente rendersene conto basterebbe leggere con un minimo di onestà intellettuale tutto quello che scrivo. Certo, in parte può anche essere dovuto all'ignoranza delle cose. Prendiamo ad esempio ciò che lei mi contesta nell'uso specificatamente, ovvero la definizione di «La minoranza dominante». Ebbene, non è una locuzione che mi sono inventato io ma il titolo di un famoso testo degli anni Ottanta - una vera e propria pietra miliare sul tema - scritto da Flavia Pristinger, docente di sociologia economica presso la Facoltà di Scienze politiche di Padova, il cui riferimento completo è il seguente:
«La minoranza dominante nel Sudtirolo:
divisione etnica del lavoro e processi di modernizzazione dall'annessione agli anni Settanta.»
e nel quale vengono analizzati e descritti i meccanismi con cui le élites sudtirolesi - ben prima dell'adozione dello Statuto di autonomia - fanno sì che la rispettiva Gemeinschaft rimanga/ritorni, in base ai rispettivi ambiti, in possesso dell'egemonia economica territoriale espellendo gradualmente dal relativo circuito gli altoatesini, fino alla sopraggiunta adozione della proporzionale nel pubblico impiego del 1972: la quale - come noto a tutti gli studiosi in materia - ha tra gli scopi, non solo ma lo ha, quello di assicurare il presidio occupazionale totale nell'unico ambito ove i sudtirolesi al tempo non possono ancora esercitare il potere egemonico in qualità di maggioranza assoluta, ovvero la pubblica amministrazione.
Poi, per carità, tutto si può negare: anche i fatti, pur se palesi e manifesti.
È invece assolutamente vero - e su questo sono disposto a fare l'emulo di Muzio Scevola (se non sa chi è, cerchi in rete) - come sia di fatto lei a costruire in piena malafede una «contronarrazione tossica» della situazione sudtirolese proprio al fine di screditare ciò che io - ma non solo io - affermo ovvero affermiamo: non si potrebbe peraltro spiegare altrimenti, tanto per citare un esempio a caso, come si possa utilizzare un concetto delirante come «la colonizzazione dei sudtirolesi da parte dello stato italiano OGGI» con quello che il termine «colonizzazione» implica.
Siamo, insomma, di fronte al classico bue che dà del cornuto al cavallo: nel suo caso, però al mero fine di nascondere le propria, di corna: o come detto sopra, e lo ripeto, in malafede.
Ma il vero problema, qui, non è costituito da lei o dalle persone che imperversano con il medesimo "stile" espressivo nella sezione commenti della Community del portale salto. E lo spiego attraverso un aneddoto sul grande Ettore Petrolini. Il famosissimo attore romano di inizio del secolo scorso stava facendo uno spettacolo quando dal loggione il disturbatore di turno - c'è stato e ci sarà sempre in ogni teatro, è una costante - cominciò a fischiarlo. Finché, ad un certo punto, Petrolini interruppe la rappresentazione e testualmente gli disse:
«Ahò, io nun ce l’ho co’ te, ce l’ho co’ quelli che te stanno affianco e nun te buttano de sotto»
Ecco: io con lei e quelli come lei più di tanto non ce l'ho: soprattutto perché si è capito e si capisce benissimo cosa è/siete - perché lei non è l'unica/unico, mi creda - venuti a a fare qui sopra e quali siano i suoi/vostri scopi. Il problema, semmai, è avere contezza dei veri scopi di chi, in tutta evidenza, continua a permettere che per raggiungere detti scopi siano anche usati mezzi che potrebbero anche essere vietati dal codice penale travestendo però il tutto da libertà d'espressione. Voglio sperare per loro che non si tratti del banale desiderio di alzare l'audience del portale, perché un eventuale giudice chiamato ad esprimersi in merito non la considererebbe nemmeno per un secondo a guisa di attenuante...

Fr., 10.01.2025 - 08:23 Permalink
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Profil für Benutzer Evelin Grenier
Evelin Grenier Fr., 10.01.2025 - 14:39

Antwort auf von Luca Marcon

Signora o Signor o Signorae Marcon,

La differenza tra me e Lei sta semplicemente nel fatto che Lei ritiene l'autonomia un male assoluto, mentre a me non da nessun fastidio.

Lei fa riferimento a un libro che analizza la situazione dall'annessione fino agli anni 70. Beh mi dispiace, ma io in quel periodo non c'ero e non mi posso esprimere.

Il mio giudizio si basa sulle mie esperienze avute dal 2000 ad oggi. In 24 anni non mi è mai capitato né a me né alle persone che ho avuto modo di conoscere in questi anni di capitare in situazioni in cui mi veniva negato l'accesso a qualcosa perché non sono di madre lingua tedesca. Da straniera parlante solo italiano (il tedesco l'ho imparato in anni recenti) ho lavorato in aziende sia a conduzione italiana, che in altre a conduzione sudtirolese e non ho mai avuto problemi. Mai vissuto né visto una divisione. Un luogo o una compagnia dove non potevo entrare o partecipare. Nell'azienda sudtirolese c'erano dipendenti provenienti sia da altri paesi europei che cinesi.
Non ho mai incontrato persone con atteggiamenti nazisti o razzisti che dir si voglia.

Per questo tutto ciò che scrive mi sembra incredibile. La realtà che conosco che ho vissuto in 24 anni è un'altra.

Fr., 10.01.2025 - 14:39 Permalink
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Profil für Benutzer Luca Marcon
Luca Marcon Fr., 10.01.2025 - 17:00

Antwort auf von Evelin Grenier

Signora, signor o chiunque si possa nascondere dietro allo pseudonimo "Grenier": non credo ad una sola parola di quello che lei dice di lei stessa, di chi è, da dove viene, che esperienze dice di aver fatto qui, ecc. A nessuna. Come dicevo, quello che fa qui sopra e perché lo fa è chiaro oltre ogni ragionevole dubbio.

Fr., 10.01.2025 - 17:00 Permalink
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Profil für Benutzer Stefan S
Stefan S Fr., 10.01.2025 - 15:40

Antwort auf von Luca Marcon

Herr Macron, bei allem Respekt und der gebotenen Ernsthaftigkeit für diese Thematik.
Wie ich bereits hier schon o.g. habe wäre es angebracht die gesellschaftliche soziale Stellung des eigenen daseins zu akzeptieren.
Mir ist aus eigener Erfahrung bekannt wie man sich als Migrant im eigenen Land(Nation) fühlt. Ob man will oder nicht ist es besser sich dieser Rolle zu stellen/anzunehmen.
Dies ist die wichtigste Voraussetzung um die Aufarbeitung eines äußerst sensiblen Themas wie den Nationalsozialismus und seine Folgen für Südtirol aufzuarbeiten.
Gerne zitiere ich auch Frau Grenier welche mit diesem Punkt völlig richtig liegt.
"Tornando al reato di collaborazionismo col regime nazista, ovviamente è necessario che ogni popolo riconosca le proprie responsabilità attraverso l'elaborazione.
Ma da un punto di vista morale, questo processo funziona ed ha un significato profondo soltanto o soprattutto se parte dall'interno. Ossia, se è il diretto responsabile a sentire il bisogno di elaborare, chiedere scusa o intraprendere altre azioni che riconfermano e sigillano la volontà di non ripetere più un crimine. Non può funzionare se imposto in maniera pretestuosa dall'alto."

Fr., 10.01.2025 - 15:40 Permalink